Andare o restare, “leave or remain”: si gioca su questi due verbi ogni dubbio dei cittadini britannici che saranno chiamati a recarsi alle urne giovedì prossimo per esprimere la loro opinione sul futuro del Paese dentro l’Ue, dopo una campagna dai toni spesso decisamente accesi e culminata con l’orribile gesto di giovedì scorso, costato la vita alla parlamentare laburista Jo Cox, ssassinata a Birstall, vicino Leeds, dal nazionalista e neonazista Thomas Main.
Una caratteristica degli schieramenti risulta però
molto chiara, ossia quella che si tratta di schieramenti trasversali che vanno al di là dell’appartenenza politica all’uno o all’altro partito.
Decisamente favorevole alla permanenza in Europa è il premier David Cameron che ha messo sul chi va là ciascuno degli euroscettici: secondo il primo ministro, infatti, una eventuale uscita dall’Europa arrecherebbe un grave danno per l’economia, per l’inflazione e per il mercato del lavoro. Dalla stessa parte, seppure con toni sempre un po’ pacati e meno esposti, è anche il leader dei laburisti Jeremy Corbyn.
Lo schieramento opposto, invece, vede primeggiare la figura dell’ex sindaco di Londra Boris Johnson che è addirittura arrivato a paragonare l’Europa a Hitler: il fronte del leave, per sostenere la propria posizione e le proprie ragioni, punta molto sul tema dell’immigrazione e accusa, tra le altre cose, il Governo di voler aprire i confini a un milione di Turchi.
Qui, di fatto, vengono taciuti gli aspetti economici per giocare invece molto anche sulla questione della maggiore libertà di cui godrebbe il Paese rispetto ai vincoli imposti da Bruxelles.
Si punta a fare leva sul disagio della popolazione più anziana per lo stravolgimento etnico dei quartieri e anche sulla voglia popolare di riuscire a ribellarsi a quello che viene additato come strapotere della finanza e delle banche.
I sondaggi sono stati continuamenti oscillanti tra i due fronti dei favorevoli e dei contrari a Brexit, che letteralmente sta per Britain Exit. Ma anche nel Paese che ama più di tutti le scommesse, è comunque difficile fare previsioni perché alla fine si dovranno fare i conti anche qui con l’astensione.