LECCO – Non c’è stato nulla da fare, malgrado gli sforzi dei soccorritori prima e dei medici dell’ospedale dove era stato trasportato in condizioni disperate. Ibrahim Ben Bajjar, 13 anni, è morto. Il ragazzino era rimasto sott’acqua sulla sponda lecchese del lago di Como per oltre un’ora e mezza. I medici dopo avere dichiarato la morte cerebrale dell’adolescente, in accordo con i genitori, hanno staccato la spina del macchinario Ecmo che permette la circolazione extracorporea, che teneva artificialmente in vita il ragazzino. Era rimasto sott’acqua
troppo a lungo, e la mancanza di ossigeno al cervello tanto prolungata ha impedito che le sue funzioni vitali potessero riprendere. Dopo l’allarme di chi lo aveva visto risucchiato dalle acque i sommozzatori dei vigili del fuoco lo avevano localizzato a 8 metri di profondità e a recuperato, ma erano già trascorsi più di 90 minuti. Intanto è stata ricostruita la vicenda che ha portato all’ennesima tragedia nelle acque dei laghi lombardi, Venerdì 17 novembre Ibrahim e altri 4 compagni di scuola avevano preso il treno per Lecco per trascorrere la mattinata sul lungolago, dal momento che le lezioni nella scuola che frequentava il ragazzo erano sospese per uno sciopero. Sembra che i ragazzi avessero deciso di fare il bagno, malgrado il freddo, le forti raffiche di vento e le acqua molto agitate del lago. Forse il ragazzo, che non sapeva nuotare, pensava di entrare in acqua riuscendo a poggiare comunque i piedi sul fondale, ma il ragazzo ha cominciato ad annaspare ed è stato risucchiato sul fondo dove è rimasto per 90, interminabili minuti.