– Asili nido, le iscrizioni sono in calo. Mentre sono sempre di più le famiglie che si rivolgono al comune per ottenere un contributo economico a sostegno della maternità.Sono 212 i posti a disposizione nei quattro nidi comunali, 240 se si tiene conto che la legge prevede che possano essere estesi al massimo fino al 20%. Negli ultimi anni, però, questi spazi non sono mai stati utilizzati a pieno. Anzi, la situazione da questo punto di vista è andata peggiorando.
I dati, contenuti nel piano delle performance recentemente approvato dall’esecutivo di centrosinistra, parlano di una riduzione del numero degli iscritti, passato dai 202 del 2011 ai 160 dello scorso anno. «Oggi le famiglie non iscrivono i propri figli al nido perché è cambiata la loro capacità reddituale – spiega l’assessore ai Servizi sociali – in quei nuclei nei quali in passato lavoravano entrambi i genitori magari oggi non è più così».Ci sarebbe insomma la crisi economica dietro a questo allontanamento dai nidi pubblici.
Così come da quelli privati: nel 2012 le quattro strutture comunali assorbivano il 49,1% della domanda, lo scorso anno sono salite al 56%. Come a dire che la riduzione delle iscrizioni ha colpito maggiormente nel privato. Pochi, insomma, i bimbi iscritti al nido, ancora meno se si pensa che, secondo l’Istat, negli ultimi anni la popolazione gallaratese tra gli zero ed i tre anni è rimasta costante appena sopra le duemila unità. «Lo scarso numero di iscrizioni a Gallarate ha anche un’altra lettura» spiega Silvestrini. Circa il 50% di questi piccoli, infatti, è figlio di stranieri: «Normalmente in queste famiglie la madre è a casa, non lavora e quindi l’inserimento avviene solamente nella scuola dell’infanzia». Il che significa che nei prossimi anni la presenza di bimbi di origine straniera nelle classi gallaratesi è destinata ad aumentare. Cambieranno le cose con l’introduzione del bonus regionale che restituisce l’importo della retta dei nidi per chi ha un reddito Isee inferiore a 20 mila euro? «Vedremo, per ora la misura copre solo fino al luglio 2017 a meno che la Regione non decida di rifinanziarla». Intanto per settembre sono un centinaio le richieste di iscrizione, «un dato in linea con quello degli scorsi anni».
Ad aumentare in maniera esponenziale, invece, sono le richieste di assegni di maternità, passate dalle 274 ricevute nel 2011 dall’ufficio relazioni con il pubblico alle 652 protocollate lo scorso anno. Altro effetto della crisi? «Può essere che sia legato ad un aumento del disagio che, nei primi anni della crisi, veniva arginato ricorrendo ai risparmi». Consumati i quali ci si è rivolti al comune, che eroga questi fondi messi a disposizione dallo Stato. C’è però un’altra ragione, legata «ad una maggiore divulgazione di questo possibile sostegno: le assistenti sociali, ma anche io stessa, pubblicizziamo molto questa misura e magari – conclude Silvestrini – questo può aver portato all’incremento nelle richieste».