BUSTO ARIZIO – Andrea Cassani è il nuovo segretario della Lega in provincia di Varese. Nel congresso che si è aperto stamane al Teatro sociale di Busto Arsizio, il sindaco di Gallarate ha ottenuto 229 voti, contro i 217 andati a Giuseppe Longhin, candidato sostenuto dalla corrente “nordista”, comitato del Nord. Su 638 aventi diritti, i votanti sono stati 462, 13 le schede nulle, tre le bianche.
Nei giorni scorsi si era ritirato il terzo candidato, il sindaco di Casciago Mirko Reto, annunciando che avrebbe fatto confluire i suoi voti su Longhin.
Sindaco di Gallarate, inventò la campagna degli occhiali di Maroni
In alcune ricostruzioni definito “salviniano”, Cassani, 39 anni, è in realtà un apprezzato amministratore rieletto a Gallarate nel 2021 al primo turno, con una maggioranza del 52,8%.
Laureato in Ingegnerizzazione del prodotto industriale al Politecnico di Milano, prima di diventare sindaco, è stato dirigente nel consiglio regionale della Lombardia. Fu sua l’invenzione della campagna a sostegno di Roberto Maroni, “La vedo Come Maroni”, con la distribuzione di occhiali rossoneri (come quelli che indossava appunto il Bobo leghista) a sostegno del ‘barbaro sognante’ cui la Lega di Umberto Bossi a un certo punto voleva impedire di fare comizi.
La Lega in cerca di rilancio tra unità e polemiche
A vincere un congresso provinciale molto combattuto non è stato quindi, come avvenuto in provincia di Bergamo, il candidato della corrente “nordista” fondata da Bossi, insieme all’europarlamentare Angelo Ciocca e l’ex segretario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi.
Dopo la vittoria, ieri a Como, della commissaria uscente Laura Santin, unica candidata, oggi si attendono gli esiti anche dei congressi provinciali a Pavia, Lodi, Cremona, Brescia e Rovigo. “La Lega è un movimento unico e indivisibile, guai a chi cerca di spaccarlo. Soprattutto se questo qualcuno viene dall’interno”, ha detto Cassani, durante il suo intervento. “Non è stata una campagna congressuale correttissima ma non risponderò agli attacchi di Cassani”, ha ribattuto Longhin.
“In un congresso e’ giusto anche dirsi le cose come stanno – ha esordito l’ex segretario Matteo Bianchi, alla guida della Lega per 8 degli ultimi 10 anni -. A volte sembra che la nostra fiammella si sia ridotta ad un lumicino ma è nostro compito tornare a farla riemergere. Ai funerali di Roberto Maroni si è vista l’anima della Lega. Dobbiamo farla riemergere. Dopo il congresso abbiamo l’obbligo di capire quale visione dare il nostro movimento per far brillare quell’anima”. “Ogni congresso ha le sue difficoltà, le sue tesi a confronto. Ricordo però che è più facile vincere i voti nell”urna che poi guardare ogni giorno negli occhi i militanti e dare una direzione. Dico di fare attenzione ad alcune cose che si dicono perché le istanze della vecchia Lega sono ancora le nostre istanze. Nessuno può pensare che non sia così”, ha ammonito il deputato Stefano Candiani.
Fontana sì, Giorgetti no
Al congresso era presente anche il governatore lombardo Attilio Fontana, che è di Varese, mentre non ha partecipato il ministro dell’Economia e vice segretario Giancarlo Giorgetti, di Cazzago Brabbia.
L’omaggio a Bobo Maroni
Una poltrona nella prima fila della platea del Teatro sociale di Busto Arsizio è stata riservata al ricordo dell’ex segretario Roberto Maroni, originario di Lozza. In suo ricordo, i militanti hanno sistemato una bandiera della Lega lombarda, il libro “Il mio Nord” scritto nel 2012, e un paio di occhiali rossoneri.