Lega e Forza Italia, scintille a domicilio

L’affondo del segretario Pinti dal palco del congresso degli azzurri: «Alleati? Senza Manuale Cencelli». Immediato contrattacco di Gelmini e Comi: «Il baricentro siamo e saremo solo noi, lo dicono i numeri»

«La condizione per allearsi con noi è quella di bruciare il Manuale Cencelli». Una provocazione, quella del segretario cittadino della Lega Nord nei confronti di Forza Italia, che il leghista ha portato direttamente “nella tana del lupo”. Perché Pinti lo ha detto nel suo intervento di saluto durante il congresso cittadino degli azzurri, che si è svolto ieri mattina al De Filippi presieduto dall’onorevole , e ha visto l’elezione per acclamazione di , professore universitario a Brescia ed ex consigliere di circoscrizione, come nuovo coordinatore cittadino.

Doveva essere il congresso di Forza Italia e invece ad essere protagonista è stato forse maggiormente il discorso del segretario cittadino della Lega Nord. Un discorso che Pinti ha subito detto che sarebbe stato «franco e schietto». Detto fatto, visto che ha elencato i numerosi motivi di divisione a livello nazionale – «come il patto del Nazareno grazie al quale oggi abbiamo una Riforma costituzionale negativa» – e anche locali: «L’unica cosa sulla quale in questi anni siamo stati veramente d’accordo è stata la cacciata di Ncd dalla giunta». E poi l’elenco continua, dalle «astensioni in giunta per motivi che non c’entravano con l’amministrazione» a quando, con il vecchio Pdl, «cercarono di aprire un nuovo centro per immigrati in città». Quindi l’apertura all’alleanza del “Patto per Varese”, siglata finora tra Lega, Fratelli d’Italia e Movimento Libero, con la clausola detta prima.

Da parte loro, i vertici di Forza Italia rispondono prontamente. A partire dalla coordinatrice regionale , passando per la coordinatrice provinciale e il coordinatore cittadino uscente . «Il ruolo di baricentro della coalizione lo può avere solo Forza Italia – ha detto l’ex ministro – lo dico con rispetto per Salvini, sono i numeri a parlare. A Varese colgo un orgoglio di Forza Italia che vuole confrontarsi ad armi pari con la Lega. Perché

per fare un’alleanza ci vuole pari dignità». Quindi ha fatto un’analisi sulla situazione interna del partito, sottolineando le difficoltà: «Abbiamo perso consenso e dobbiamo ripartire proprio da lì, dal contatto con la gente che deve tornare a darci fiducia. Innanzitutto con maggiore radicamento sul territorio. Ma dobbiamo anche riflettere sull’identità di Forza Italia – l’analisi di Gelmini – Prendiamo ad esempio il tema della famiglia. È uno dei punti cardine per noi, eppure non stiamo uscendo pubblicamente a difenderla. Nessuno mette in dubbio il rispetto per i singoli e per i gay, ma la famiglia ha una funzione sociale che deve essere difesa. Per questo martedì ho chiesto una riunione di partito per parlare di questo». Sulla stessa linea anche l’intervento dell’eurodeputata Comi. «Forza Italia è il primo partito del centrodestra – ha dichiarato – quindi ci comporteremo da protagonisti. Il nostro non sarà mai un ruolo secondario, ma sempre un ruolo da attori principali. C’è una Lega che in questo momento sembra badare più al risultato mediatico che al senso di responsabilità. In Europa hanno votato contro i rimpatri e contro la distinzione tra profughi e clandestini, una scelta che non aiuta a costruire una politica seria sull’immigrazione. Qui a Varese si respira un’atmosfera quasi da prova muscolare che non ha senso alla vigilia delle elezioni».

E mentre il coordinatore cittadino uscente Puricelli precisa : «Noi siamo aperti ad un accordo, ma se questo prevede una “monarchia” leghista, allora c’è qualche problema. Noi non vogliamo il manuale Cencelli, come accusano dalla Lega. Mi sembra siano loro che cercano sempre visibilità», il segretario cittadino del Carroccio ci tiene a «ringraziare con grande sincerità Forza Italia – commenta Pinti – perché è stato un invito che fa onore a loro». «Ho cercato di onorarlo con la massima schiettezza. Va dato atto a Roberto Puricelli che dimostra di essere una persona che ha la passione per il confronto politico – ha concluso – Poi, con la massima serenità, ognuno farà quello che vuole. Credo nell’autonomia dei popoli. E quindi credo anche nell’autonomia dei partiti».