Ora si sa a quanto ammonta il contributo a fondo perduto che dovrà sborsare ogni società che aspiri al ripescaggio in Lega Pro: la somma necessaria è di 250 mila euro, dunque la metà rispetto ai 500 mila euro richiesti nella scorsa stagione (e versati da Pordenone e AlbinoLeffe). Lo ha deliberato il Consiglio federale, svoltosi ieri nella sede della Figc a Roma. «Visto il momento delicato che sta attraversando il Paese – ha spiegato il presidente federale Carlo Tavecchio –
abbiamo deciso di diminuire la tassa d’iscrizione alla Lega Pro da 500 mila a 250 mila euro, e da 400 a 150 mila l’iscrizione per la Serie D». Si abbassa dunque sensibilmente l’importo da allegare alla domanda di ripescaggio, mentre «sono elevati i parametri per quanto concerne la disciplina sulle materie infrastrutturali e di ottemperanza del pagamento degli emolumenti». Tradotto dal burocratese: zero chances di ripescaggio per chi non ha lo stadio a norma e per chi non paga regolarmente gli stipendi. Proprio lo stadio in regola e i conti a posto sono due dei maggiori punti di forza della Pro Patria, che da tempo lavora per essere riammessa in Lega Pro, vista la volontà da parte della federazione (su sollecitazione della Lega del presidente Gabriele Gravina) di ripristinare il format a sessanta squadre.
La società della presidentessa Patrizia Testa – secondo insistenti rumors – avrebbe delle buone possibilità di essere reintegrata tra i professionisti (ricordiamo che la riammissione, a differenza del ripescaggio, non comporta il pagamento del contributo di 250 mila euro). Le tempistiche però rischiano di essere tutt’altro che rapide, anche considerando gli immancabili ricorsi. Senza dimenticare che nella scorsa stagione alla Pro Patria sono stati inflitti 3 punti di penalizzazione per le vicende del calcioscommesse risalenti alla stagione 2014-15. E questo potrebbe essere un pesante ostacolo lungo la strada che porta alla riammissione. Ieri intanto il Consiglio federale ha anche deliberato delle novità importanti in merito ai playoff di Lega Pro. Che dalla prossima stagione – accogliendo la proposta della Lega presieduta da Gravina – saranno allargati addirittura a ventiquattro squadre, vale a dire le classificate dal terzo al decimo posto dei tre gironi. Nella seconda fase dei playoff entreranno in tabellone anche le seconde classificate dei tre gironi, e la vincitrice della Coppa Italia di Lega Pro. Le migliori otto se la vedranno poi in una inedita final eight, che prevede quarti di finale con gare di andata e ritorno, e di seguito semifinali e finale da disputare in campo neutro scelto dalla Lega Pro. Insomma non mancheranno certo le novità nel prossimo campionato di terza serie, al quale spera di prendere parte anche la Pro Patria. Il problema è: fino a quando bisognerà aspettare per avere certezze? La partita si preannuncia lunga, e bisogna evitare ad ogni costo di ritrovarsi (più o meno) nelle stesse condizioni dell’anno scorso, quando l’incertezza era durata addirittura fino a fine agosto. Quel rischio dovrebbe essere scongiurato, ma certo non si avranno certezze a breve. In ogni caso il direttore generale Salvatore Asmini e il direttore sportivo Sandro Turotti sono già al lavoro per costruire la Pro Patria edizione 2016-17. La prossima mossa della nuova dirigenza sarà la scelta del nuovo allenatore. La società per ora preferisce non sbilanciarsi rispetto a eventuali nominativi (l’ipotesi Salvatore Iacolino, ex Cuneo, gira già da qualche tempo, ma non è l’unica) assicurando solo che il «nuovo tecnico deve essere pronto ad accettare la nostra proposta a prescindere dalla categoria».