Il direttore Andrea Confalonieri risponde alla “Lettera aperta a La Provincia di Varese” pubblicata alle 00.10 di mercoledì 28 ottobre sul sito ufficiale dell’A.C. Legnano a firma Gaetano Paolillo.
Caro Paolillo,
non ho nulla di cui vergognarmi, né mi vergogno a dire che in questa vicenda innescata da una polemica, che tu chiami opinione, abbiamo commesso un errore. E l’errore è stato l’articolo di lunedì in cui Fernando Di Cristofaro, riaprendo un fronte ormai chiuso, ha superato il limite mancando di rispetto ai colori del Legnano. Quelle righe non rispecchiano la linea di questo giornale e ho già preso provvedimenti.
Quando sbagliamo, noi lo ammettiamo e chiediamo scusa,
in questo caso non una ma tre volte: lo ha fatto, su mia richiesta, l’autore dell’articolo a pagina 29 di martedì 27 ottobre 2015 (“Ogni maglia merita sempre il rispetto di tutti”); l’ho ribadito con una lettera a te indirizzata e, visto che non è bastato, adesso anche pubblicamente. In modo che a offesa non segua un’altra offesa.
Capisco la reazione rabbiosa: la maglia è sacra e non si tocca. Ma chi chiede rispetto per la sua storia, deve averne altrettanto per quella degli altri: non esattamente quanto espresso con “tu veramente hai dimostrato di essere il vero dilettante di questa vicenda” oppure “caro direttore ti devi vergognare”.
Non entro qui nel merito delle tue osservazioni sul Varese, oggi non è questo il punto. Delle sofferenze che ha patito, delle regole tradite da dirigenti o procuratori e della sua storia, che valgono più di qualunque budget, scrivo tutti i giorni sul giornale senza nascondermi e senza nascondere nulla. Chiedere informazioni a tifosi, giocatori e direttori – alcuni di loro li conosci perfino meglio di me – passati in biancorosso dall’agosto del 2004 a oggi.