Botte alla moglie che vestiva “troppo sportiva”: condannato a 10 mesi per l’accusa di lesioni. Quella discussa l’altro ieri in aula dal pubblico ministero è la storia di una donna che decide un giorno di cambiare il proprio look, prendersi maggior cura di se stessa per se stessa, e di un uomo, suo marito, che di fronte al cambiamento ipotizza un tradimento. “Se ti fai più bella all’improvviso è perché c’è un altro”, questo il pensiero insinuato dalla gelosia nella mente del cinquantenne che, prima di quell’occasione, pare non fosse mai stato violento con la consorte.
I fatti risalgono al 2015. La moglie a quanto pare decide di dare una rinfrescata alla propria immagine. È qualcosa che le donne fanno spesso e che, nella maggior parte dei casi, fanno per loro stesse. Non per piacere a qualcuno. Parliamo di una donna di mezza età che decide di piacersi di più. E che fa le classiche cose che chiunque prenda questa decisione fa. Inizia magari a mangiare meglio, cambia taglio di capelli per qualcosa di più giovanile anche se senza esagerare. Magari fa visita all’estetista: non in modo ossessivo. Ogni tanto, per farsi una coccola. E cambia modo di vestire.
Chiariamo subito: non è che la vittima all’improvviso sia andata a fare la spesa in bikini. Semplicemente magari si concedeva una magliettina un pochino meno morbida, oppure un pantalone un tantino più aderente o magari ogni tanto un tacco. Un filo di trucco su un viso che, prima, raramente veniva truccato. Una donna rifiorita e quindi più bella, ma soprattutto che si piaceva di più.
Un cambiamento che nel marito non ha scatenato però ammirazione o addirittura ispirazione (faccio lo stesso e mi voglio bene anch’io), no nel marito ha suscitato soltanto gelosia. “Troppo sportiva”, dove sportiva non è da intendersi come qualcuno che gira in tuta ma in un’accezione inspiegabilmente negativa. Quasi fosse sinonimo di facile.
Ed era iniziato l’inferno: liti feroci e il controllo. Lo ha detto la vittima in aula: «Mi controllava in continuazione». Come se la moglie fosse una proprietà. L’uomo le controllava anche il cellulare «violando la privacy della vittima. Privacy che esiste anche tra coniugi» ha sottolineato Toscani. Arrivando alle botte nell’ottobre del 2015 quando il marito ha colpito la moglie anche in viso causandole una microfrattura al naso.
L’accusa aveva chiesto una condanna a un anno e 8 mesi. L’imputato, assistito dall’avvocato , è stato condannato a 10 mesi. Il legale, infatti, ha ottenuto l’assoluzione dall’accusa di maltrattamenti: la donna fu picchiata una volta soltanto. Non in modo continuativo. Per fortuna.