«Io curavo le persone, non volevo di certo uccidere». Davanti al gip di Busto Arsizio , che lo ha interrogato per circa un’ora, , ribattezzato “Dottor Morte”, il medico di 60 anni dell’ospedale di Saronno accusato di aver ucciso quattro pazienti, oltre al concorso in omicidio per la morte del marito della sua compagna, di 45 anni ha rigettato le accuse.
«Era molto provato – ha raccontato il legale che lo assiste, del Foro di Busto Arsizio – più della prima volta che l’ho incontrato. Era nelle possibilità rispondere o avvalersi della facoltà di non rispondere. Ha deciso di rispondere spiegando al gip la sua condotta di medico, illustrando il perchè fossero stati somministrati alcuni farmaci».
Cazzaniga avrebbe spiegato anche i dosaggi utilizzati per curare i pazienti che si sono susseguiti nelle corsie del pronto soccorso. Il medico deve rispondere di cinque omicidi volontari, di cui uno in concorso. Secondo la Procura di Busto Arsizio il primo caso sospetto risalirebbe al 18 febbraio del 2012 quando perse la vita , 71 anni di Saronno. Si tratterebbe del primo caso di morte sospetta.
Nei mesi successivi si sarebbero registrati altri tre casi: il 30 aprile del 2012 è
stato il turno di , 93 anni, cardiopatico, finito in ospedale dopo una caduta in seguito alla quale aveva riportato la frattura di un femore. Gli altri due casi sui quali si sono accesi i riflettori della Procura di Busto Arsizio riguardano il decesso di di 77 anni, avvenuto il 15 febbraio del 2013, e quello di , 69 anni, morto il 9 aprile del 2013.
Avrebbe approntato una sorta di protocollo personale “Cazzaniga” per il trattamento dei malati terminali. La Procura di Busto Arsizio ha già escluso il movente economico. Nel frattempo, però, l’indagine si è ulteriormente allargata, tanto che negli ultimi giorni la Procura ha acquisito un’ottantina di cartelle cliniche sulle quali verranno compiute ulteriori verifiche.
Il clamoroso caso si sta allargando a macchia d’olio: in caserma a Saronno, anche negli ultimi giorni, sono stati diversi i familiari di parenti scomparsi, curati da Cazzaniga, che hanno chiesto di approfondire le loro situazioni.
L’avvocato Mollica, intanto, ha richiesto per Cazzaniga la misura degli arresti domiciliari. Si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere l’amante di cazzaniga, l’infermiera quarantenne , la quale deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario in concorso del marito Massimo Guerra, deceduto nel 2013.
«È molto scossa – ha raccontato l’avvocato di fiducia che la assiste, – molto provata da quello che le sta accadendo. A questo punto cercheremo di capire come muoverci. Una delle strade che potremmo decidere di percorrere è quella dell’interrogatorio nei prossimi giorni davanti al pubblico ministero».
I due amanti sono stati interrogati al carcere di Busto Arsizio alla presenza, oltre che del gip, anche del pm titolare dell’inchiesta e del procuratore capo di Busto Arsizio . Leonardo e Laura non si sono mai incrociati, non c’è stata mai la possibilità di un contatto diretto. Dopo l’interrogatorio lui è rimasto in cella a Busto Arsizio, mentre lei è stata trasferita al carcere Bassone di Como. Intanto nelle prossime ore verrà ascoltato il primario del Pronto Soccorso, , attualmente indagato insieme ad altre 11 persone.