Dov’è finito il Varese? E dove è si è nascosto quel cuore che aveva saputo fare grande la squadra negli anni dell’incredibile scalata dall’inferno della Seconda divisione alla B, per arrivare perfino a un passo dal paradiso della A? Il pubblico del Franco Ossola se l’è domandato dopo la sconfitta con il Lanciano che fa avvicinare i playout ai biancorossi. La partita è finita con i soliti eloquenti cori della curva Nord, intenta a invitare i propri beniamini a sfoderare gli attributi.
In effetti, i giocatori del Varese sono apparsi senza quel sacro fuoco con cui erano riusciti a diventare calciatori veri, con tanto di cognome stampato sulla schiena. Lo spirito dei vecchi minatori guidati da Beppe Sannino è sparito chissà dove e neppure Stefano Sottili, nonostante le buone intenzioni, sta riuscendo a farlo riemergere.
Il tecnico è il meno colpevole della brutta annata del Varese e sono i numeri a dimostrarlo perché quando è stato esonerato, proprio dopo lo 0-2 dell’andata con il Lanciano, la squadra era ottava, in lotta per i playoff. Ma il cambio in panchina si è rivelato un boomerang visto che adesso i biancorossi devono lottare per la salvezza: traguardo, questo, non più così scontato.
Per preservare la categoria la società darà un segnale forte e domani presenterà anche alla squadra il nuovo direttore sportivo Gabriele Ambrosetti. Varesino purosangue, è diventato giocatore proprio con la squadra della sua città, che si è sempre tenuta stretta dentro il cuore. Amatissimo dalla piazza, non ha mai smesso di seguire il Varese e anche ieri era allo stadio: il suo volto dopo il novantesimo era scuro e il suo apporto sarà decisivo per lanciare la volata verso la difficile trasferta con il Cittadella al Tombolato, dove i biancorossi avevano perso il treno per la B nel giugno del 2000.
A Masnago c’era anche Gennaro Gattuso, che nei mesi scorsi si è visto con il presidente Nicola Laurenza per un pranzo. Qualcuno ha accostato il nome dell’ex allenatore del Palermo al Varese che invece potrebbe riconfermare Sottili. Del resto, come abbiamo detto, il tecnico è il meno colpevole dell’attuale situazione e, anche se i suoi sono stati tutt’altro che irresistibili con il Lanciano, le palle gol ci sono state. Gli ospiti, a segno con una punizione di sinistro di Mammarella,
firmata dal 15’, hanno badato soprattutto a difendersi, contando anche sulla buona giornata di Sepe. Il portiere ha neutralizzato un destro di Pavoletti al 36’ e nella ripresa è stato graziato da Fiamozzi che, imbeccato da Falcone, ha mandato alto da posizione favorevole. Sepe è stato bravo a non farsi sorprendere da un nuovo tentativo di Pavoletti al 13’ e, al 15’, è stato aiutato dal palo, colto da Grillo dopo un bel cross offerto da Di Roberto. Ma poi non ha più corso nessun rischio, anche perché il Varese, con le gambe molli e la testa vuota, non è riuscito a pungere. A Cittadella dovrà cambiare pelle, altrimenti il baratro della Lega Pro si avvicinerà ancora. Pericolosamente.
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