L’eroe borghese, come nel titolo del libro di Corrado Stajano da cui venne tratto l’omonimo film con Fabrizio Bentivoglio e Michele Placido. L’uomo che alla moglie, prima di essere ucciso, nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979, aveva scritto di sapere che avrebbe pagato «a caro prezzo l’incarico» che gli era stato affidato, come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, ma di non lamentarsi, perché era stata «un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese». E di essere sicuro che «qualunque cosa succeda», la sua Annalori avrebbe saputo che cosa fare. E «saprai fare benissimo». Qualunque cosa succeda, come è nel titolo che il figlio Umberto ha scritto a trent’anni dall’omicidio di Giorgio Ambrosoli, ricordando la figura del padre.
Figura che, basandosi anche sui due testi citati, ma anche su testimonianze dirette dei familiari e testi fondamentali scritti sulla vicenda, l’attore e cantautore varesino Luca Maciacchini, brillante e apprezzato esempio di teatro canzone, porta in scena sabato 9 novembre alle 21 al Nuovo Teatro di Cuasso, in via Roma a Cuasso al Monte, all’interno della stagione teatrale.
Si intitola “Giorgio Ambrosoli” il toccante, profondo, emozionante monologo che ripercorre alternando testo e canzoni originali scritte per lo spettacolo e che ricostruisce la vicenda umana e professionale dell’avvocato milanese, la tragedia che ha toccato l’uomo che aveva ricevuto negli Anni Settanta il difficile compito di essere, appunto, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Sindona e che per la sua incorruttibilità pagò con la vita il suo alto senso dello Stato e del dovere morale. Scrivendo una triste pagina di storia.
Il testo è di Michela Marelli (che è anche regista dello spettacolo) e di Serenella Hugony Bonzano, le musiche e le canzoni di Luca Maciacchini, che sa, accompagnandosi con la chitarra, dare alla parte musicale un ritmo che accompagna rendendo visibili i personaggi e le situazioni narrate. Fino al toccante e difficile pezzo musicale sulle vittime le cui storie di forte senso della giustizia che si concludono tragicamente ricordano quella dello stesso Ambrosoli. Lo spettacolo, che nella stagione 2011/2012 è stato presentato al Teatro Litta di Milano con il patrocinio della Fondazione “Giorgio Ambrosoli” e della Fondazione Teatro Litta, nel 2011 si è anche aggiudicato il premio Isabella D’Este per il teatro canzone.
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