Un esercito di mamme è sceso ieri mattina in piazza per manifestare il proprio no al depotenziamento dell’ospedale di Angera che negli ultimi giorni, in rapidissima successione, ha visto perdere prima il punto nascite e poi la Pediatria. Un doppio smacco per una struttura di eccellenza che ha animato la frustrazione di tante mamme che ad Angera hanno visto nascere i propri piccoli grazie alla professionalità e all’umanità del personale del reparto.
Ieri mattina erano almeno 300 le mamme, molte delle quali con carrozzine a seguito. Una manifestazione colorata, di grande impatto: avevano tra le mani i palloncini colorati, rosa e azzurro, con la scritta della data di nascita del neonato.
Ma sul piazzale c’erano anche le future mamme, con il pancione in bella vista e con un palloncino diverso, con la scritta “Io voglio nascere ad Angera”.
I colori hanno inondato il piazzale davanti all’ospedale dove i manifesti hanno decorato lo spiazzo. “Una nazione senza bambini è senza futuro”, “Giù le mani dell’ospedale di Angera”, “Io voglio nascere qui”, “No chiusura maternità”: sono solo alcuni degli striscioni con i quali le mamme hanno tappezzato il luogo nel quale si erano date appuntamento per esprimere tutto il loro dissenso.
«Oggi mio figlio ha compiuto quattro mesi – dice Lorenza – e devo dire che in questo ospedale abbiamo trovato una professionalità e una umanità fuori dal comune». «Di primo impatto siamo rimasti colpiti – dice Giulia, un’altra mamma presente al presidio – dalla profonda umanità del personale del reparto. Per il territorio sarebbe una perdita enorme». «Siamo qui – ha aggiunto un’altra mamma – perché vogliamo esprimere tutta la nostra delusione per una decisione miope: quella di chiudere la maternità è un fatto assurdo sul quale è necessario porre rimedio».
Una decina di sindaci della zona (c’erano anche rappresentanti di Arona), guidati dal sindaco , hanno preso parte alla mattinata di protesta pacifica: «Dobbiamo far capire – ha sottolineato il primo cittadino di Angera – al presidente della Regione che l’ospedale deve continuare a funzionare come ha sempre funzionato. Non è possibile che un bambino per una semplice visita pediatrica debba fare 30, 40 chilometri in ambulanza. Non è giusto».
Il corteo tra tanti palloncini colorati, intonando anche cori da stadio (“L’ospedale non si tocca” e “Tutti insieme per l’ospedale”) ha raggiunto, infine, il parco pubblico lungo lago davanti al municipio.