La tecnica? Conta, eccome se conta. E l’atletismo? Oggi come oggi fa la differenza, è inutile negarlo. E lo stesso si può scrivere delle peculiarità fisiche, che nei singoli determinano di volta in volta vantaggi (da sfruttare) o svantaggi (da colmare) rispetto ai pari-ruolo avversari.
C’è però un altro aspetto di rilievo, nel basket e in tutti gli sport (si potrebbe anche dire “nella vita”…). Un aspetto che conta oggi e contava una volta, anche quando la pallacanestro era profondamente diversa: l’esperienza. Quella che ti permette di conoscere e quindi prevedere, mettendoti – a parità di altre condizioni – un passo davanti agli altri. Quella che ti può regalare un canestro in più, un rimbalzo in più, una palla rubata in più e spesso un errore in meno. Che è la cosa più importante.
Il pregresso agonistico, il background che ogni giocatore si porta appresso è voce decisiva nella valutazione dello stesso. E la somma dell’esperienza dei singoli concorre, ben più di molti altri valori, nel giudizio su una squadra. La Varese 2017/2018 quanta ne ha? Poca, pochissima: quanta da solo ne ha per esempio il Michele Vitali (tra l’altro un “pallino” di coach Attilio Caja…) della Brescia capolista…
La classifica di Serie A riscritta in base alla somma dei minuti giocati nel massimo campionato dai componenti di ogni roster prima dell’inizio della corrente stagione. Sorprese? Nessuna o quasi. E vale subito la pena far notare come la Openjobmetis dell’Artiglio
tris si posizioni al penultimo posto della speciale graduatoria, con un totale di 2457 minuti. Il dato è il risultato dell’addizione tra gli 802 di Giancarlo Ferrero (il più “esperto”) , i 454 di Norvel Pelle, i 390 di Damian Hollis, i 370 di Aleksa Avramovic, i 362 di Stan Okoye e i 79 di Matteo Tambone. Quattro su dieci gli “esordienti totali”, per usare un’espressione cara a Fantozzi: Cameron Wells, Antabia Waller, Tyler Cain e Nicola Natali.
2457 minuti, poco più di quelli che – come già accennato – aveva giocato in Serie A prima del dell’1 ottobre 2017 il solo Michele Vitali: 2441.
Più inesperta dell’attuale gruppo biancorosso è solo la VL Pesaro, di poco peraltro: la somma del collettivo marchigiano è di 2134 minuti, grazie soprattutto ai 677 giocati nel 2015/2016 dall’ex varesino Rihards Kuksiks. Terz’ultima è l’Enel Brindisi, con 3763 minuti (spiccano i 1529 di Marco Giuri), poi viene Capo d’Orlando con 4050, diventata più scafata anche grazie alla recente addizione di Eric Maynor (866 minuti, anche in questo caso trascorsi sul parquet interamente con la canotta bianca e rossa).
La squadra più “sgamata”? Sono i campioni d’Italia in carica della Reyer Venezia, con 38.479 minuti giocati dai componenti del suo roster nella più importante competizione cestistica nazionale. Segue la capolista Brescia (che non ha esordienti in Serie A in organico) con 33.698, poi Milano con 22.458, Avellino con 21.683 e la Virtus Bologna con 20.623 (anche grazie ai 5687 di Alessandro Gentile, i 3625 del fratello Stefano e i 7274 di Pietro Aradori).
Scritto che Cremona è sesta a quota 19.977, Torino 7a a 17329 , Reggio Emilia 8a a 16.739 e che di seguito si piazzano Sassari (15.068), Trentino (14.544), Pistoia (14.267) e Cantù (9054), due osservazioni vengono spontanee. La prima sta nel notare l’evidente differenza tra i valori numerici oggetto di analisi: tra le ultime tre (Pesaro, Varese e Brindisi) e le prime undici c’è una sproporzione che diventa abisso (basta mettere a raffronto i 2457 della Openjobmetis penultima con i 14.267
della The Flexx undicesima). La seconda sta nel confrontare la classifica dei minuti giocati con quella reale all’11a giornata del campionato 2017/2018. La peggiore del lotto (cioè quella che perde più posizioni tra una e l’altra) è Cremona, 6a nella prima e 13a nella seconda. Bologna perde 5 piazze, Reggio e Pistoia 3, mentre – al contrario – va finora fatto un plauso a Cantù e a Capo d’Orlando (+5 in entrambi i casi) e a Sassari (+4). E anche a Varese, che di posizioni ne recupera 3: penultima in quella dei minuti giocati, 12a in quella reale.
Che la top parade dell’esperienza tendenzialmente non menta lo si capisce infine guardando ai piani alti: Venezia, Brescia, Milano, Avellino le più esperte, Brescia, Avellino, Milano e Torino le prime della classe dopo 11 giornate. Una sola intrusa, la Fiat, in luogo di una Reyer che ha perso qualche partita di troppo ultimamente. Ma si riprenderà, vedrete: in certi numeri non c’è trucco e non c’è inganno.