VARESE Una busta giallognola dall’aspetto anonimo. Dentro, un foglio a quadretti vergato d’inchiostro azzurro. La calligrafia è incerta: il corsivo sgraziato sembra venire dalla mano di un bambino delle elementari, o comunque da una persona con un basso livello di scolarizzazione. La grammatica e la sintassi sono pessime. Nessun mittente, nessuna firma. Ma la minaccia di morte diretta contro il presidente del Consiglio Mario Monti e la moglie Elsa Antonioli è netta e chiara. Impossibile equivocare.
/>Alla redazione de La Provincia di Varese è giunta una missiva dove si avverte il premier di stare attento, altrimenti verrà fatto saltare in aria «come è successo con Borsellino».
È opera di un mitomane? Forse. È frutto di una mente malata? Può darsi. È uno scherzo di pessimo gusto, magari anche figlio di un marcato dissenso nei confronti di ciò che questo Governo ha fatto e sta facendo? Può essere anche questo.
Quello che è certo, è che la Digos di Varese non ha nessuna intenzione di prendere sotto gamba la lettera anonima. Ha acquisito il materiale e le indagini per risalire all’autore sono già in corso.
La busta porta il timbro del centro di meccanizzazione centrale di Milano Roserio. La data è quella dello scorso 26 marzo.
Lo scritto delirante si apre con un colorito insulto riferito a Monti. E poi va subito al dunque con un sibillino «può avere tutta la scorta che vuole», lasciando intendere che non basterà a salvarlo dalla farneticante vendetta.
È la stessa mano a spiegare le ragioni di tanto violento odio. «Monti sta facendo venire la fine del mondo – è scritto – Monti non deve guardare solo in tasca sua, che provasse a fare anche i conti alla povera gente, che non ce la fa più e si uccide per problemi economici».
«L’Italia la sta distruggendo», prosegue l’autore della missiva, che poi affonda la lama della minaccia. «Ma Monti, guardati dove cammini – avverte in perfetto stile mafioso – mancherà poco che lei e la sua cara moglie salterete per aria. Come è successo con Borsellino». L’allusione alla strage di via D’Amelio è raggelante. Anche se il riferimento alla moglie del premier fa ipotizzare che, in realtà, chi ha scritto la lettera pensasse all’attentato che a Capaci costò la vita al giudice Giovanni Falcone e alla consorte Francesca Morvillo. Un particolare che sembra avvalorare la scarsa cultura di chi ha redatto il messaggio minatorio.
La lettera si chiude poi con un altro pesante insulto indirizzato a Monti. A margine, un disegno apparentemente puerile: un cerchio approssimato colmo di quelli che sembrano bulbi oculari. Accanto, un avvertimento: «Occhi aperti».
s.bartolini
© riproduzione riservata