La “piccola Europa” del Jrc di Ispra celebra i 60 anni dei Trattati di Roma: «Ci serve un’Europa più forte». È stata una grande festa ieri al Centro Comune di Ricerche, con più di 700 ragazzi delle scuole del territorio, l’orchestra della Scuola Europea di Varese, la fanfara dei Carabinieri e la “chicca” dei paracadutisti dei Carabinieri del reggimento Tuscania che si sono gettati con bandiere e fumogeni tricolori per atterrare sul prato della sede dell’ex Euratom.
Lo stesso vento che ieri ha reso limpido e azzurro il cielo sopra la “cittadella” della Commissione Europea di Ispra, ad un certo punto ha fatto cadere la bandiera blu con le stelle dell’Unione, mentre iniziava il suo discorso il presidente del Consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo. Un momento fortemente iconografico, nei giorni in cui su tanti fronti caldi, la questione catalana in primis, quello spirito di unità che il “Vecchio continente” ha saputo sperimentare a partire dai Trattati di Roma comincia ad incrinarsi pericolosamente. In questi momenti – le parole di Cattaneo – possiamo limitarci a celebrare un anniversario oppure possiamo provare a rialzare questa bandiera che con fatica sta in piedi».
Da Cattaneo è giunto un invito forte a ritrovare lo spirito che mosse 60 anni fa i vari Schumann, Adenauer, De Gasperi, Monnet: «L’Europa deve cambiare perché deve essere capace di rispondere ai veri bisogni dei territori e delle Regioni, che sono chiamate far sentire forte la loro voce sulle questioni più attuali dell’agenda comunitaria. Come i padri fondatori dell’Europa, anche noi siamo consapevoli delle difficoltà e degli ostacoli che questo percorso presenta, ma non vogliamo però
rinunciare alla sfida del cambiamento e cedere al populismo e alla protesta. È nostro compito mettere al centro della vita politica e dare attuazione concreta a principi come il federalismo, la sussidiarietà e la democrazia rappresentativa, con l’obiettivo di ricostruire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni europee». Parole chiare anche nei confronti degli accadimenti di questi giorni: «Nel ’57 il popolo europeo che fino a pochi anni prima si era massacrato e fatto a pezzi nelle due guerre mondiali, ha trovato il modo per stare insieme. È un’idea che oggi serve al nostro presente. Una decisione lungimirante che ha permesso lungo periodo di pace, mentre ora assistiamo al risorgere di populismi e nazionalismi, e ad una sfiducia crescente verso l’Europa. Occorre tornare allo spirito dei Trattati di Roma, rendendo vive le ragioni che ci permettano di comprendere perché quel disegno è vivo e decisivo per il futuro».
Uno degli esempi concreti di queste ragioni risiede esattamente nel lavoro del Jrc di Ispra: «Qui c’è la punta avanzata di un’opera di ricerca scientifica basata sull’evidenza dei fatti, oggettiva, che serve a tutti per stare insieme e guardare ad un futuro comune – sottolinea Raffaele Cattaneo – nella sfida globale l’Europa unita resta fondamentale per essere competitivi, da soli non potremmo avere nessuna chance soprattutto davanti alle grandi sfide della ricerca e dell’innovazione tecnologica». La vicedirettrice generale del Jrc di Ispra, Charlina Vitcheva, a nome dei 2700 tra funzionari e ricercatori stanziati nella “piccola Europa” a due passi dal Lago Maggiore, si è soffermata sulla «missione molto più ampia» rispetto a quella della “vecchia” Euratom, che oggi è quella di «colmare il gap tra la scienza e le politiche europee, per professionalizzare il decision making delle istituzioni» (tra l’altro con i nuovi compiti legati alle nuove tecnologie di difesa in chiave antiterrorismo). Ma ricorda anche che «abbiamo bisogno di un’Europa forte e unita per il futuro. È inconcepibile stare separati e divisi nel mondo di oggi. I giovani europei sono la garanzia e la legittimazione del progetto europeo». Proprio quei giovani che, parole dei ragazzi del liceo Ferraris di Varese che hanno vinto il concorso “EUprojects fotografa Europa”, ricordano che «l’Europa è di tutti e dobbiamo tenercela stretta».