ANGERA Convalidato l’arresto di Vincenzo Catalani, l’ex assessore accusato di concussione è però tornato a casa agli arresti domiciliari. Catalani ha parlato per due ore davanti al gip Patrizia Nobile e ai pm Nadia Calcaterra e Mirko Monti titolari delle indagini. «Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari – spiega l’avvocato Pierpaolo Caso – E io ho fornito tutta la documentazione necessaria a supportare le sue affermazioni». La tesi difensiva di Catalani è
nota: quell’assegno da 2.400 euro non era per lui, era una sponsorizzazione da destinare a due associazioni sportive di Angera. «Non si tratta di una tangente – dice Caso che ha sempre respinto l’accusa di concussione – Tanto che è stata regolarmente fatturata». Anche se da una registrazione emergerebbe la volontà di Catalani di fatturare per non dare nell’occhio. In sintesi Catalani avrebbe chiesto il pagamento di quella cifra in cambio di un’autorizzazione di passaggio dei camion della ditta Rialti lungo una strada altrimenti vietata al traffico pesante non per vantaggio personale ma a beneficio della collettività: quel denaro sarebbe servito a pagare il nuovo bocciodromo sul lungolago e a sostenere l’associazione canottieri ai mondiali.
Restano però dei punti d’ombra. Il titolare della Rialti, che Catalani ha affermato di aver proposto per un pubblico elogio a ringraziamento della sua generosità, ha invece registrato di sua sponte le telefonate attraverso le quali l’ex assessore da febbraio al 13 luglio (giorno dell’arresto in flagranza) gli intimava di pagare la cifra pattuita. Duemila euro più Iva (i restanti 400 euro). Registrazioni coordinate con i carabinieri di Sesto Calende che hanno effettuato le certosine indagini. Non proprio il comportamento di un privato che vuole spontaneamente donare del denaro. Non solo; Catalani ha firmato l’ormai famosa autorizzazione senza averne alcun titolo: il responsabile di settore è il comandante della polizia locale, non l’assessore alla partita. Non esiste, inoltre, un deliberato di giunta a supporto di una concessione che, a questo punto, Catalani ha dato privatamente. Il che potrebbe profilare per l’ex assessore anche l’accusa di abuso d’ufficio non avendo lui alcun poter decisionale. Inoltre la fattura era intestata all’Angera Calcio. Perché se i soldi erano destinati ad altre associazioni sportive? Da una prima chiamata di Catalani al presunto concusso emerge la volontà di usare i soldi «per rifare le magliette ai miei ragazzi dell’Angera Calcio», società di cui Catalani è presidente. Possibile poi che la sponsorizzazione abbia cambiato destinazione ma perché l’Angera calcio avrebbe dovuto incassare per poi girare (sempre con relativa fatturazione) ad altre società il denaro? Come avrebbe giustificato Catalani il giro di soldi nei bilanci societari?
Nei prossimi giorni saranno ascoltati sindaco, vicesindaco (Catalani ha detto che entrambi erano al corrente dell’operazione) e i responsabili delle associazioni sportive alle quali il denaro avrebbe dovuto essere destinato che avrebbero già confermato l’accordo di sponsorizzazione all’avvocato difensore.
b.melazzini
© riproduzione riservata