VARESE «Poco prima dell’incidente, Lia mi ha chiamato: lei e Dario, arrivati a Gavirate, si sarebbero fermati a far la spesa al centro commerciale. Lia voleva sapere se mi serviva qualcosa dal supermercato». Queste le parole di Marco Ossola, il fratellino di quasi vent’anni di Lia.
Pallido in viso e con gli occhi colmi di lacrime, ieri era al pronto soccorso di Varese in attesa di poter vedere la salma della sorella. Con lui, a dargli forza,
la fidanzata Susanna.
I genitori di Lia, dopo la notizia della della figlia nell’incidente stradale avvenuto ieri pomeriggio sulla Lacuale, sono corsi all’ospedale di Como per stare vicini a Dario. Marco è voluto rimanere ancora un po’ vicino alla sua “sorellona”.
«Dovevamo cenare insieme questa sera – continua Marco stringendo forte la mano di Susanna – Ad avvisarmi dell’incidente è stato mio fratello: era sotto choc ma lucido, si è ricordato di dire ai soccoritori che era allergico alla penicillina. Io ho chiamato subito i miei genitori e poi son partito da Sangiano per andare sul posto dell’incidente. Lia era stata già portata via, mi è stato raccontato che i soccoritori hanno tentato di rianimarla per parecchio tempo. Purtroppo non ce l’ha fatta: ancora non ci credo».
Lia aveva 33 anni, ma Marco afferma che sembrava ancora una ragazzina e vuole ricordarne ogni minimo dettaglio: «Non dimostrava la sua età. Era alta, magra, capelli a caschetto scuri e aveva due simpatici nei sul lato sinistro del naso».
I genitori di Susanna, Marta e Nicola Marsiglia, hanno poi raggiunto i due ragazzi al pronto soccorso. «Ho visto una chiamata persa sul cellulare della mamma di Marco – racconta Marta – Ero convinta che mi avesse cercata per avvisarmi che sarebbero passati a prendere il frigorifero da ristorante che volevamo dargli: proprio ieri mi aveva detto che, visto che oggi suo figlio sarebbe stato a casa loro, probabilmente si sarebbero fatti aiutare per venirlo a recuperare. Se fossero venuti, magari questa disgrazia non sarebbe accaduta. È proprio vero che quando le cose iniziano a andare bene, qualcosa deve interrompere la tua serenità: è un’ingiustizia».
s.bartolini
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