Bruxelles, 24 feb. (TMNews) – Il Consiglio Affari interni e di
giustizia dell’Ue, che si riunisce oggi e domani a Bruxelles
discuterà, su richiesta italiana, dei flussi migratori
straordinari provenienti dal Nordafrica (e in particolare dalla Tunisia verso il Sud Italia), e della risposta europea, che ha già trovato una prima concretizzazione con l’avvio della missione ‘Hermes’ dell’Agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne dell’Ue. Ma è pressocché certo che sarà la drammatica situazione della Libia a monopolizzare questo punto dell’ordine del giorno del Consiglio, in particolare i rischi di guerra civile e di un ‘esodo biblico’, paventati dall’Italia a seguito della repressione sempre più violenta del regime di Gheddafi.
Le risposte dell’Ue ci saranno anzi sono state già anticipate, ma, come ha detto il presidente della Commissione europea Barroso, dovranno essere “nel quadro della legislazione vigente”. Quindi resta valida la norma per cui l’asilo va chiesto, gestito e concesso nel paese di primo asilo. Però Barroso ha detto di aver parlato con il capo dello Stato
italiano, Giorgio Naplitano, e con il premier Silvio Berlusconi,
che gli hanno espresso “gratitudine” per quanto sta
facendo la Commissione. “E’ chiaro che se ci sono arrivi
massicci, queste persone non vengono per restare in Italia,
vengono per andare in Europa”, ha detto Barroso, sottolineando
che “non c’è scelta”, e che la risposta dovrà per forza essere
“europea”.
L’Italia, che sarà rappresentata dal ministro degli Interni Roberto Maroni, fornirà i suoi dati sulla situazione dei flussi migratori e sul potenziale di nuovi arrivi dalla Libia (la cifra stimata è di 200.000 persone), ma vuole soprattutto una risposta chiara dall’Ue e dagli altri Stati membri, riguardo alla loro disponbilità non solo a fornire mezzi e risorse (come nel caso delle missioni Frontex) per fronteggiare i movimenti migratori, ma anche ad accogliere sul loro territorio almeno una parte degli immigrati, richiedenti asilo e rifugiati che dovessero arrivare con la temuta ‘grande ondata’.
loc
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