Libia/ Documenti scoperti in archivi svelano legami Cia-Tripoli

Washington, 3 set. (TMNews) – Archivi scoperti in un edificio governativo libico a Tripoli svelano le relazioni strette che hanno legato in passato la Cia al servizio di intelligence del regime del colonnello Muammar Gheddafi. Lo ha riportato il Wall Street Journal.

In Gran Bretagna, il The Independent ha pubblicato informazioni simili che indicano inoltre i rapporti tra servizi libici e britannici nella stessa epoca. Sotto l’amministrazione dell’ex presidente George W. Bush, la Cia ha consegnato sospetti terroristi al regime del colonnello Gheddafi suggerendo le domande che i libici dovevano loro sottoporre, ha riportato il Wall Street Journal citando documenti scoperti nella sede dell’agenzia della sicurezza esterna libica. All’epoca gli 007 libici erano guidati da Moussa Koussa.

Moussa Koussa, direttore dei servizi di intelligence libici dal 1994 al 2009 e quindi ministro degli Esteri e uomo di fiducia del colonnello Gheddafi, ha fatto defezione dal regime di Tripoli prima di recarsi a Londra il 30 marzo. Nel 2004, la Cia aveva stabilito “una presenza permanente” in Libia, secondo una nota di un alto responsabile dell’agenzia americana, Stephen Kappes, indirizzata a Moussa Koussa e scoperta negli archivi della sicurezza libica. Lasciando presupporre relazioni strette tra i due servizi, la nota comincia con un “Caro Moussa” ed è firmata “Steve”, ha indicato il Wall Street Journal.

Un responsabile americano citato dal giornale ha ricordato che in quel periodo la Libia tentava di rompere il suo isolamento diplomatico di fronte all’Occidente. “Nel 2004, gli Stati Uniti erano riusciti a convincere il governo libico a rinunciare al suo programma di armi nucleari e ad aiutare a fermare i terroristi che prendevano di mira gli americani”, ha indicato questo responsabile esprimendosi sotto copertura di anonimato. Gli archivi sono stati scoperti dai ricercatori dell’organizzazione della difesa dei diritti umani ‘Human Rights Watch’ (Hrw), che hanno dato copie al Wall Street Journal.

(fonte Afp)

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