Bruxelles, 26 mar. (TMNews) – Italia e Francia ormai in rotta di collisione sulla situazione in Libia, praticamente su tutto: sulla condotta delle operazioni militari, sul comando e sul ruolo della Nato, sulla scelta degli obiettivi da colpire, sulle iniziative politico-diplomatiche da prendere in prospettiva per la fine delle ostilità.
E’ vero che a disturbare Parigi c’è anche la neutralità
tedesca, che è arrivata a forme clamorose di dissenso come il
ritiro delle sue forze dal Mediterraneo per non partecipare alle
operazioni in Libia, ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy,
ha espresso comprensione per la Germania, che, ha ricordato, “ha
una storia che bisogna rispettare, una sensibilità che spinge i
tedeschi a non intervenire in territorio straniero”. Con
l’Italia, invece, ‘rien ne va plus’, come si direbbe nella sua
lingua.
Subito dopo il preannuncio, da parte di Sarkozy, di una nuova “iniziativa diplomatica franco-britannica” per la Libia, che sarà lanciata martedì prossimo al vertice di Londra dei ministri degli Esteri degli 11 paesi della coalizione impegnata nell’operazione Odyssey Dawn, fonti diplomatiche italiane hanno immediatamente fatto sapere che anche l’Italia sta preparando iniziative e proposte per la Libia.
Secondo il presidente francese, poi, il vertice di Londra potrebbe prefigurare quel ‘gruppo di pilotaggio’ politico che, secondo Sarkozy, dovrebbe fissare gli obiettivi delle operazioni, affidando poi allo “stato maggiore di Napoli” della Nato il compito di coordinarle e condurle sul terreno. Fumo negli occhi per l’Italia, che già mal sopporta il protagonismo del presidente francese e che chiede a gran voce di affidare tutte le operazioni al “comando unico” della Nato, senza sottoporlo a nessuna istanza politica superiore (la Nato risponde già a un organo politico, il Consiglio atlantico, in cui siedono gli ambasciatori permanenti degli Stati membri).
Mentre l’Italia non manca di sottolineare l’insufficienza
dell’Europa politica, le sue occasioni perse, l’inquilino
dell’Eliseo ha anche dato una sua personale intepretazione
di quel che significa ‘Europa della difesa’, dove è restata un nano, a fronte della sua potenza economica. Nella crisi libica la Politica estera comune dell’Ue è andata letteralmente in pezzi, nessuno si è accorto dell’esistenza dell’ Alto rappresentante per la Politica estera comune, Catherine Ashton, ma per Sarkozy (come per il premier britannico David Cameron) va tutto benone: “L’iniziativa è stata presa da Francia e Gran Bretagna. L’Europa della difesa riposa innanzitutto su questi due paesi, che hanno le forze armate più potenti”, ha spiegato il presidente francese, aggiungendo senza una punta d’ironia che “l’Europa è totalmente unita sulla Libia”, sotto “la leadership franco-britannica dell’Europa della difesa”. Un direttorio, insomma, che per Roma è semplicemnte intollerabile.
Loc
© riproduzione riservata