Londra, 29 mar. (TMNews) – Muammar Gheddafi “deve lasciare” la Libia, ma la coalizione internazionale “non può promettergli un salvacondotto”: lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine della conferenza internazionale di Londra. “Noi non possiamo promettere un salvacondotto questo è chiaro” ha precisato il ministro, “pensiamo innanzi tutto a che lasci il paese” poi “le conseguenze” delle azioni del rais libico “sono nelle mani del tribunale internazionale”, la Cpi.
“Nessuno potrebbe impegnarsi a una immunità giurisdizionale, assolutamente nessuno – ha ribadito il titolare della Farnesina incontrando la stampa italiana – men che meno l’Italia che è paese fondatore della Corte Penale internazionale”. L’esilio di Gheddafi è stato comunque uno degli argomenti trattati nella conferenza di Londra, ha confermato Frattini, aggiungendo che “su questo vi sono delle azioni che possono avere successo se sono accompagnate da assoluta discrezione”.
Sarà indispensabile, certo, che ci siano paesi disponibili ad accogliere il Colonnello e la sua famiglia ma il ministro non si è voluto sbilanciare sulle candidature: “Evidentemente vi sono delle opzioni che non sono state ancora formalizzate” ha detto. Quanto al coinvolgimento di paesi africani, Frattini si è limitato a osservare che “quella di un paese africano è una delle opzioni, non è un segreto che l’Unione Africana può esercitare una leva politica di pressione”.
“Quello che è indispensabile è che vi siano paesi disponibili ad accogliere Gheddafi e la sua famiglia, e ovviamente far finire questa situazione che altrimenti potrebbe prolungarsi per qualche tempo” ha aggiunto Frattini, ma “perché queste cose abbiano successo devono essere discrete”.
Spr
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