Lussemburgo, 12 apr. (TMNews) – Il capo del governo provvisorio nominato dal Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), Mahmoud Jabril, ha illustrato oggi a Lussemburgo, al Consiglio Affari esteri dell’Ue, “un piano molto ambizioso, con tappe chiare” sul futuro democratico della Libia. Lo ha riferito, alla fine del Consiglio, il ministro degli Esteri Franco Frattini, annunciando che Jabril lo avrebbe accompagnato in aereo nel viaggio verso il Qatar, dove domani si riunisce, a Doha, il ‘gruppo di contatto’ dei paesi impegnati nelle operazioni militari in Libia.
Il capo del governo provvisorio, ha detto il ministro italiano, “prevede di creare, due settimane dopo l’uscita di scena di Gheddafi, un Comitato nazionale costituente per preparare la nuova Costituzione libica, e quindi l’organizzazioni di elezioni generali e presidenziali”. Si tratterà ha aggunto Frattini, di “una road map precisa, che comprenderà tutti i gruppi (le tribù, ndr), anche quelli dell’Ovest del Paese”, ancora sotto il controllo del regime, che “ovviamente hanno inviato rappresentanti sotto copertura” al Consiglio di transizione.
Un’altra questione importante di cui si è discusso al Consiglio Esteri, ha riferito ancora Frattini, è quella della richiesta del Cnt di “scongelare parzialmente” i beni libici bloccati dalle risoluzioni Onu, in modo da poterli utilizzare “per le necessità della popolazione che sta soffrendo” e in particolare per pagare “aiuti alimentari, prodotti medici e forniture per gli ospedali”. Dopo aver ricordato che il Quatar si sta già muovendo in questo senso, il ministro italiano ha perorato “una riflessione sugli aspetti legali di questo scongelamento almeno parziale”, naturalmente garantendo che avvenga “sotto un controllo internazionale affinché gli assett non fluiscano dove non dovrebbero andare”.
Con il leader del governo provvisorio dei ribelli, si è parlato, infine, dell’iniziativa di mediazione dell’Unione africana per un cessate il fuoco, che il Cnt considera comunque viziato dalla mancata proposta di far uscire di scena Gheddafi e i suoi figli. Secondo la valutazione di Jabril, riportata da Frattini, una tregua in queste condizioni finirebbe per ratificare lo status quo della divisione della Libia, fra l’Ovest ancora fedele al regime e l’Est in mano agli insorti, un ritorno alla situazione del 1963.
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