Londra, 1 mar. (TMNews) – Le quote libiche nella casa editrice britannica Pearson, dal valore di oltre 300 milioni di euro, fanno parte dei beni controllati dal colonnello Muammar Gheddafi e congelati dal governo britannico. Lo fa sapere in un comunicato il gruppo editoriale, che fra le sue testate annovera anche il Financial Times. La Libyan Investment Authority (Lia) detiene all’incirca il 3,27% delle azioni del gruppo britannico, precisa Pearson, che indica di aver ricevuto “consulenze giuridiche” secondo cui le partecipazioni del fondo sovrano ricadrebbero sotto le sanzioni dirette al leader libico e ai suoi familiari.
“Pearson ritiene che le azioni di proprietà della Libia o a suo nome sono sottomesse” alle decisioni prese domenica dal governo britannico e sono “congelate de facto”, spiega il gruppo nella comunicazione. “Di conseguenza, Pearson ha informato oggi la Lia e i suoi rappresentanti che non accetterà, fino a nuovo ordine, di registrare operazioni di trasferimento o di pagare i dividendi legati a queste azioni”.
Numero uno mondiale delle edizioni scolastiche ed editore del Financial Times, Pearson aveva annunciato soltanto ieri di aver chiuso l’anno con un utile netto triplicato a 1,3 miliardi di sterline da 425 milioni di pound e con vendite in rialzo del 10% a 5,66 miliardi.
Commentando con la stampa questi risultati, il Ceo Marjorie Scardino aveva espresso un certo “disagio” in merito alla presenza della Lia fra i principali azionisti, alla luce degli ultimi sviluppi nel paese nordafricano. Approfittando dei ricchi proventi petroliferi, il fondo sovrano Lia ha rilevato partecipazioni nelle principali società europee, e possiede fra l’altro il 2,594% di Unicredit (fonte Consob).
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