Bruxelles, 6 apr. (TMNews) – La crisi di Misurata appare sempre di più come lo snodo politico e militare decisivo nella crisi Libica. Rispondendo oggi alle accuse dei ribelli, che hanno rimproverato all’alleanza atlantica di “farli morire”, un portatove della Nato ha precisato oggi che l’alleanza è pronta “a fare tutto il necessario per proteggere i civili” della terza città della libica. La Francia dal canto suo, dopo aver denunciato che la situazione in città “non può durare”, ha annunciato che a tempo breve potrebbero arrivare via mare aiuti e rifornimenti in città.
Sul fronte diplomatico il regime di Muammar Gheddafi ribadisce di essere pronto al dialogo con i ribelli di Bengasi purché questi depongano le armi.
L’annuncio di Tripoli è arrivato nella tarda serata di ieri, dopo che voci su possibili aperture del regime si sono rincorse per almeno 24 ore. E’ stato il vice ministro degli Esteri di Tripoli, Khaled Kaim, a spiegare che il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), pur non rappresentando “la base popolare in Libia”, potrebbe contare su tutte le “garanzie” necessarie “per ogni processo politico” anche grazie all’intervento di “osservatori dell’Unione africana e dell’Onu capaci di dissipare ogni dubbio”.
Prosegue intanto la mediazione turca: Ankara ha inviato in Libia l’ambasciatore Omur Soledin per trattare con l’opposizione e raggiungere una tregua. Il quotidiano Zaman riferisce che il diplomatico porta un messaggio del premier turco Recep Tayyip Erdogan, con la richiesta di un cessate il fuoco e di arrivare a un compromesso con il governo guidato da Muammar Gheddafi. La missione del diplomatico turco segue la visita del vice-ministro libico degli Esteri, Abdelati Laabidi in Turchia, alla ricerca di una sponda negoziale.
Sempre per un incontro centrato sulla Libia, il ministro degli Esteri Franco Frattini sarà oggi al dipartimento di Stato a Washington per un incontro con il segretario di Stato Hillary Clinton. Tra il mancato meeting della settimana scorsa e quello di oggi c’è stato il riconoscimento da parte italiana, lunedì, del Consiglio nazionale di transizione libico come unico interlocutore nel paese nordafricano, oltre che il passaggio sotto comando Nato delle operazioni aeree sulla Libia. Eventi che hanno spostato la posizione italiana rispetto alla settimana scorsa e che faranno sicuramente parte della discussione.
vgp
© riproduzione riservata