Libia/ Rasmussen: Abbiamo gli asset per continuare missione

Bruxelles, 8 giu. (TMNews) – La Nato continua la sua missione ‘Unified Protector’ in Libia contro le forse militari del regime di Gheddafi, già considerevolmente degradate, dopo aver ottenuto il sostegno degli alleati per una proroga oltre i 90 giorni inizialmente previsti, e avendo a disposizione i mezzi necessari per portare a termine l’operazione. E’, in sintesi, il messaggio dato oggi dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen, in una conferenza stampa a margine della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica nel quartier generale di Bruxelles (ma il ministro italiano Ignazio Larussa arriverà solo nel tardo pomeriggio, mancando così la discussione sulla Libia).

Rasmussen ha anche sottolineato che la Nato non prevede di mantenere un ‘ruolo guida’ anche dopo la fine del conflitto, avvertendo che questo toccherà alle organizzazioni internazionali, e in particolare all’Onu. “E’ importante – ha osservato – che la comunità internazionale predisponga tutti i piani necessari per il periodo post-conflitto e ‘post-Gheddafi'”, in cui, ha precisato, l’Alleanza si limiterà a fornire “assistenza” in Libia solo “se sarà necessario e se vi saranno una base giuridica solida per farlo (ovvero un mandato dell’Onu, ndr) e un sostegno da parte delle organizzazioni regionali” africane.

“Abbiamo – ha detto il Segretario generale – la disponibilità degli ‘asset’ necessari per continuare le operazioni”, dopo che “tutti e 28 alleati si sono accordati per proprogarle al di là dei 90 giorni”. Tuttavia, ha continuato, “ho anche incoraggiato altri alleati a ad ampliare il loro sostegno” alla missione ‘Unified Protector’, perché “più largo è il sostegno, maggiore è la sostenibilità” dell’operazione. Ad ogni modo, ha ripetuto per l’ennesima volta Rasmussen, “non prevedo un intervento a terra delle truppe Nato”. Il Segretario generale ha invece confermato la richiesta a tutti gli alleati “di poter utilizzare in modo più flessibile i loro mezzi militari”, intendendo con ciò che non devono solo imporre la ‘No-Fly Zone’ con i voli di sorveglianza, ma anche partecipare agli attacchi contro gli obiettivi militari a terra. (Segue)

Loc

© riproduzione riservata