Parigi, 22 apr. (TMNews) – L’Unione europea continua a preparare un’operazione militare per sostenere l’arrivo di aiuti umanitari
a Misurata, la città nell’ovest della Libia da settimane sotto assedio. Nonostante le riserve espresse a questo proposito dall’Onu.
“Di fronte al peggioramento della situazione umanitaria, in particolare a Misurata, la pianificazione di un’operazione militare di sostegno agli aiuti umanitari prosegue a Roma” ha indicato una portavoce del ministero degli Esteri francese, Christine Fages, aggiungendo che “l’Unione europea si tiene pronta a rispondere a una sollecitazione delle Nazioni Unite”.
La Ue e la Nato studiano da due settimane la possibilità di organizzare un’operazione militare destinata a proteggere l’invio di aiuti umanitari a Misurata. L’Onu, però, non intende chiedere per il momento il dispiegamento dei militari messi a disposizione dall’Unione europea per garantire corridoi umanitari in Libia, per il timore di mettere a rischio il personale civile. “Per il momento, siamo in grado di operare con mezzi civili” ha detto la responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu, Valerie Amos, facendo propri i timori espressi da diverse Ong su una commistione tra operazioni militari e umanitarie.
L’Ue ha approvato all’inizio di aprile la missione Eufor Libya, che prevede l’invio di circa 1.000 soldati. “L’operazione è stata concordata. E’ pronta a partire, quando avremo il via libera dell’Onu” ha detto nei giorni scorsi un funzionario europeo. La missione ha la base operativa a Roma, dove il vice-ammiraglio italiano, Claudio Gaudiosi, sta definendo i piani per garantire scorte militari alle missioni umanitarie. Una fonte italiana ha precisato al Financial Times che l’obiettivo della missione è garantire la sicurezza all’invio di aiuti a Misurata, via mare, ma non è escluso il dispiegamento di truppe a terra.
Il responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu ha precisato che l’accordo raggiunto con Ue e Nato prevede che “se ci dovessimo trovare in una situazione in cui è impossibile utilizzare i civili, a causa delle condizioni di sicurezza, allora potremmo richiedere il sostegno di soldati. Ma non siamo ancora in questa situazione. E’ difficile, ma siamo ancora in grado di operare”.
L’assistenza delle Nazioni Unite è “imparziale e neutra” ha sottolineato Amos, anche se c’è sempre un problema quando alcuni Stati, come in questo caso quelli europei che impongono la no-fly zone, vogliono essere coinvolti anche nelle operazioni
umanitarie. “Il governo libico ha detto molto chiaramente che
fermerà ogni tentativo di utilizzare l’assistenza o gli aiuti
umanitari per sostenere le operazioni militari – ha aggiunto –
quindi noi dobbiamo essere molto attenti e fare in modo che non
ci sia confusione tra intervento militare e operazioni
umanitarie”.
(con fonte Afp)
Pca-Sim
© riproduzione riservata