Libia/ Usa: Bene Lega araba, siamo tutti uniti su ‘no-fly zone’

Washington, 13 mar. (TMNews) – Gli Stati Uniti hanno “accolto
positivamente” l’invito della Lega araba a imporre una ‘no-fly
zone’ sulla Libia. Washington ha sottolineato che la comunità
internazionale è “unita” nel suo appello a fermare le violenze.

Intanto prosegue e minaccia sempre più da vicino Bengasi la controffensiva delle truppe fedeli al colonnello Gheddafi in Libia. Secondo al Jazeera le truppe di Gheddafi hanno ripreso il controllo di Ras Lanuf e di Brega . Sul piano diplomatico, però, la Lega Araba ha abbandonato del tutto il raìs e si è detta favorevole, all’unanimità, all’istituzione di una no-fly zone

La Lega araba – è emerso dalla riunione di ieri al Cairo – è favorevole a una ‘no-fly zone’ in Libia e ad aprire le negoziazioni con il Consiglio nazionale transitorio che raggruppa l’opposizione al regime di Muammar Gheddafi. I ministri arabi degli Esteri “si sono messi d’accordo per invitare il Consiglio di sicurezza (dell’Onu) ad assumersi le sue responsabilità e a imporre una ‘no-fly zone’ per proteggere il popolo libico” ha affermato uno dei diplomatici. “La decisione di creare una zona di esclusione aerea è stata accettata dai ministri arabi, a eccezione di quelli di Algeria e Siria” ha aggiunto.

Washington sembra aver superato le sue iniziali perplessità. Il ministro della difesa Usa Gates aveva detto: “Il problema è capire se sia saggio farlo; la discussione è in corso a livello politico”.

Intanto Bengasi vive appesa a un filo. Gli abitanti hanno paura di un possibile contrattacco di Gheddafi, che sembra sempre piú probabile, e che potrebbe arrivare a sorpresa da terra, dal mare e dal cielo, così com’é successo a Ras Lanuf. Quella che é ormai considerata come la capitale della Libia libera sta combattendo questa guerra come se fosse solo sua, perché in città tutti sanno, dai manifestanti, ai leader politici e militari, che hanno raggiunto un punto di non ritorno. Se il regime del Colonnello non cadesse, la repressione sarebbe brutale in Cirenaica, soprattutto per quelli che sono diventati i volti e le voci della rivoluzione.

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