– Sono iniziati ieri mattina, in un calura tropicale, gli esami di maturità, che coinvolgeranno nelle prossime settimane complessivamente 7 migliaia di studenti di tutte le scuole superiori della Provincia.
Armati di zaino e vocabolario, i maturandi si sono presentati al fatidico appuntamento emozionati ma non troppo: forti della loro fresca età, del fatto che la prova scritta di italiano di fatto rappresenta lo scoglio meno angosciante rispetto a tutte le altre, e anche un po’ delle numerose simulazioni d’esame affrontate durante gli ultimi mesi, i nostri ragazzi si sono complessivamente ritenuti soddisfatti della mattinata, e anche delle tracce proposte dal MIUR, che pure non hanno incontrato – come regolarmente succede – i pronostici: niente Pirandello, per i 150 anni dalla nascita o Dario Fo per i vent’anni dall’assegnazione del Nobel, superfavoriti per la traccia letteraria; nemmeno il terrorismo, sin troppo prevedibile, né tantomeno le stragi di mafia per il venticinquennale di Falcone e Borsellino.
Ecco le quattro le tracce proposte ai candidati: per l’analisi del testo, una lirica di Giorgio Caproni, “Versicoli quasi ecologici”, (1972, tratta dalla raccolta “Res amissa”, “Cosa perduta”); “La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura” era il tema del saggio breve in ambito artistico-letterario, a cui facevano da contraltare il saggio breve socio-economico sulla robotica e le implicazioni delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, tratto da un articolo di Enrico Marro de IlSole24Ore,
e l’argomento “Disastri e ricostruzione” per il saggio storico-politico: tutte le tracce potevano essere svolte anche sotto forma di articolo di giornale. Riguardo al tema storico, la terza traccia, il ministero ha chiesto una riflessione sul miracolo economico italiano nell’Italia del secondo dopoguerra, con citazioni da Piero Bevilacqua (“Lezioni sull’Italia repubblicana”) e da Paul Ginsborg (“Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi”); infine il tema di attualità era da costruirsi sulla traccia di una citazione di Edoardo Boncinelli, “Per migliorarci serve una mutazione”: i filoni conduttori su cui elaborare gli scritti erano la tecnologia e il progresso e, per contrasto, il rapporto fra uomo e natura.
Al plico consegnato agli studenti è stato allegato il materiale documentario per la prova di sapore artistico-letteraria: di William Turner, il dipinto “Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi”, 1812; di Giuseppe Pellizza da Volpedo, il dipinto “Idillio primaverile”, 1896 – 1901; i testi narrativi erano tratti dalle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi (“Dialogo della natura e di un islandese”) e dalle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo; in chiosa, su cui riflettere, “Il lampo” di Giovanni Pascoli e “I limoni” di Eugenio Montale. Tutte le tracce erano consultabili per esteso sul sito del Ministero poco dopo mezzogiorno.
La prima studentessa a consegnare il tema al liceo classico “Ernesto Cairoli”, e probabilmente in tutta Varese, è stata Andrea Letizia Lobascio, di III E: uscita da via Dante alle 12.34, ha scritto quattro colonne e cinque righe sulla quarta traccia, il tema sul progresso.
«Non mi è stato difficile scegliere: sono rimasta affascinata da questa tematica. Essendo un po’ ansiosa, ho dormito quattro ore: ma la prova che mi angoscia di più è la terza, quella di lunedì»: Andrea Letizia ha scelto di frequentare Decorazione all’Accademia di Belle Arti. La sua compagna Tea, la seconda a consegnare in tutto l’istituto, ha trovato le tracce «belle e persino migliori rispetto a quelle delle simulazioni». La sua scelta è ricaduta sul saggio artistico letterario, con una meditazione sulla tela di Turner che le è valsa 2 facciate e tre quarti di fatica: la giovane non vede l’ora di terminare gli esami per cercarsi un lavoro che le consenta di pagarsi la vacanza assieme al suo adorato amico a 4 zampe, per poi iscriversi allo IULM. I colleghi Alessandra De Marco (III F) e Lorenzo Barisi (III A) hanno svolto l’ultima traccia: «ho iniziato a scrivere e quel che è uscito è uscito» ammettono in coro con un sospiro di sollievo, mentre Marco De Vitto è uscito trionfante dall’ingresso principale in pantaloncini corti: «mi sono cambiato in bagno subito dopo aver consegnato» ha spiegato sorridendo «perché ci era stato richiesto un look formale, pantaloni lunghi e camicia: ma oggi faceva davvero troppo caldo per resistere oltre».
Molti cairolini si sono lanciati, come previsto, sull’argomento umanistico, anche se l’analisi è stata poco frequentata, non essendo stato affrontato l’autore durante l’anno scolastico: eccezion fatta per gli studenti della “profetessa” Carla Soresina, che ha portato recentemente in classe un ex studente laureando in lettere a spiegare proprio la poesia di Caproni.