L’ironia di Paola Re per noi. Una domanda seria per lei

Gentile Direttore Andrea Confalonieri,
di solito la regola, non necessariamente codificata, di un giornale è quella della “botta-risposta” ma vedo che il caso Inguscio le sta così a cuore da avere fatto un ritocchino alla regola diventata “botta-risposta-botta”. 2 a 1. D’altra parte, lei è il Direttore e sul suo giornale esercita il potere che ritiene lecito, proprio perché ne è responsabile.
Ho letto la sua strenua difesa del signor Francesco Inguscio. È così appassionata da suscitarmi simpatia;

c’è indubbiamente intesa tra voi quindi mi pare di sbattere contro un muro di gomma.
Ciò che trovo del tutto deviante è che lei veda la mia lettera «tranciante e quasi umiliante. Poche righe di ironia seppellite dall’indignazione e dalla rigidità». Se lei si stupisce delle mie parole, forse non è mai stato tranciato, umiliato e non sa che cosa siano indignazione e rigidità.
Chi insulta il mondo degli animalisti è ironico e sarcastico. Chi lo difende è indignato e rigido. È forse questo il suo «modo di intendere il mondo»?
Nella lettera ho fatto un discorso culturale che lei, direttore di un giornale, non ha minimamente compreso; è questo il vulnus della «questione di lana caprina». Lei fa un minestrone di «guerre di religione uomo-animale», «estremismo animalista», «Papa»… Non c’è un filo logico in ciò che scrive. Non c’è neppure un filo logico nel destinatario della sua lettera. Lei si rivolge a me ma alla fine: «Quindi, viva Francesco Inguscio con il suo sarcasmo, la sua fantasia, la sua provocazione: ce ne vorrebbero cento, mille, diecimila come lui e il mondo (anche il vostro) sarebbe meno serio, meno triste, meno fazioso, meno bianco o nero (esiste anche il grigio). La prossima volta che vi troverete di fronte a un articolo di Inguscio fatevi una risata, che è meglio».
Il VOI è un pluralia maiestatis? È vero che mi chiamo RE ma in questo caso “Nomina NON sunt omina”: oltre che repubblicana, sono popolana, proletaria, plebea, fiera di esserlo.
Forse il VOI è diretto a NOI ANIMALISTI? In questo caso, come il signor Inguscio, lei cade nella trappola di fare di tutta l’erba un fascio. Se io mi rivolgessi al suo giornale mettendolo nel fascio del giornalettismo… come direbbe lei… «apriti cielo»… scoppierebbe un «pandemonio» e lei avrebbe ragione a farlo scoppiare, in difesa della sua professionalità.
Pertanto, se risponde a me, si rivolga a me con un pronome personale singolare: va bene anche darmi del tu.
Metto firma in ciò che scrivo e faccia in ciò che dico rispondendone personalmente.
La saluto augurandole buon lavoro, ne ha bisogno.
Può iniziare a fare un buon lavoro non censurando questa lettera perché la censura fa paura.