L’Asst Sette Laghi si conferma l’azienda ospedaliera con il maggior numero di interventi chirurgici ancora in lista d’attesa in tutta la Lombardia. A certificarlo è la delibera regionale n. 4215 approvata lo scorso 15 aprile, presentata dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso e finalizzata a definire un piano straordinario di abbattimento dei tempi.
I dati parlano chiaro: al 1° gennaio 2025 risultano ancora da effettuare ben 7815 interventi programmati nel biennio 2020-2022 e 5314 riferiti al solo anno 2023, numeri che pongono l’Asst varesina ben al di sopra della media regionale.
Il confronto con altre realtà lombarde è significativo: nello stesso arco temporale, la Valle Olona ha 522 e 973 interventi in sospeso, l’Asst Lariana 164 e 875, e l’Ovest Milanese 265 e 980. Anche ospedali milanesi di riferimento come il Niguarda (98 e 1427), il Papa Giovanni XXIII di Bergamo (2098 e 2539) e il Policlinico San Matteo (1244 e 1687) presentano numeri molto inferiori rispetto a Varese.
Non va meglio nel settore privato accreditato della provincia, con 1821 interventi rimasti in attesa nel biennio post-Covid e 4177 nel 2023.
Il piano regionale e le risorse stanziate
Complessivamente, in Lombardia sono 77.244 le prestazioni chirurgiche ancora da erogare, di cui 26.593 risalenti agli anni 2020-2022 e 50.651 accumulate nel 2023. La maggior parte di queste si concentra negli enti pubblici (45.752), mentre le restanti (31.492) interessano il privato accreditato.
Per affrontare l’emergenza, la Regione ha stimato un costo complessivo di oltre 47 milioni di euro, destinati per circa 35 milioni agli enti pubblici e per 12 milioni al privato accreditato. Le risorse, in parte derivanti da fondi residui del 2023 e 2024, sono integrate da nuovi stanziamenti per il 2025, per un totale di quasi 69 milioni di euro.
Le azioni previste
Alle ATS è affidata la regia del piano di recupero, con una serie di azioni operative: dalla redistribuzione dei pazienti tra pubblico e privato alla pulizia delle liste d’attesa, fino al ricorso a prestazioni aggiuntive del personale sanitario e a criteri clinici di priorità per garantire la presa in carico dei casi più urgenti.
Il provvedimento si inserisce nel più ampio Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa, avviato per rispondere alle criticità emerse con la pandemia e oggi più che mai attuale di fronte a dati allarmanti come quelli registrati in provincia di Varese.