Si chiama “buona scuola” ed è il programma del Governo Renzi per migliorare il rapporto della scuola con le aziende. Lo strumento di cui tutti gli addetti ai lavori (politici, economisti, docenti) parlano ma che in Italia tarda ad ingranare è l’alternanza scuola / lavoro: l’8,7% degli studenti italiani passa in azienda solo 15 giorni all’anno; in Canton Ticino saliamo a 150 con 240.000 apprendisti in tutta la Svizzera. Tanti quanti ce ne sono in Italia, dove però il rapporto con la Svizzera è di 1 a 10, quindi di apprendisti noi ne dovremmo contare 2.400.000. Il risultato si tocca con mano: oltreconfine la disoccupazione giovanile è al 3,3% mentre da noi supera il 44%.
La prima video-inchiesta dedicata al tema dell’alternanza scuola/lavoro la propone, in questi giorni, Confartigianato Varese. Tema caldo che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 4 marzo proprio in un momento in cui si parla di aumentare da 100 a 400 le ore all’anno nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali.
Ma come è la situazione in Varese, l’undicesima provincia più produttiva d’Europa? Confartigianato Varese la racconta con un’indagine che ha coinvolto direttamente scuole, giovani apprendisti, centri di formazione, imprenditori ed economisti tra Italia e Svizzera. Un’istantanea nella quale risultano tutte le contraddizioni di un Paese che vuole scommettere sulle imprese e sui giovani ma che, poi, non riesce ad offrire né alle prime e né ai secondi una marcia in più tra laboratori obsoleti e barriere normative.