Livorno/ Cucciolo di delfino muore sulle riva di Piombino

Firenze, 26 ago. (TMNews) – Un cucciolo di delfino è morto, dopo essere spiaggiato in località Carbonile, nel Comune di Piombino, in provincia di Livorno. E’ successo la sera del 23 agosto. Aveva una grave infestazione parassitaria nei polmoni. Si tratta di un maschi molto piccolo, fa sapere Arpat, un tursiope lungo 1,60 m e del peso di 50 kg. Non aveva ancora nemmeno un dente ed era sicuramente ancora in fase di allattamento. Le analisi hanno mostrato che il giovane delfino aveva un cuore integro. Secondo l’equipe della dottoressa Letizia Marsili dell’Università di Siena, che ha effettuato la necropsia, la causa del decesso non ha niente a che vedere con l’inquinamento, ma è dovuta ad un “allentamento prolungato dalla madre”.

Il delfino è spiaggiato in un punto dove diverse persone stavano facendo il bagno. Una di queste racconta, sul sito di Greenreport, che i soccorsi non sono stati celeri. “Alle 19.18 -scrive- ho fatto la chiamata alla guardia costiera, che riferiva di essere già a conoscenza dei fatti e di non preoccuparmi”. In attesa dei soccorsi, l’uomo racconta di essersi tuffato in mare per poter facilitare la respirazione del delfino, assieme a dure ragazze che lo aiutavano a mantenere l’animale calmo e in condizioni di respirare. Ancora chiamate telefoniche e solleciti, poi il decesso avvenuto, secondo il lettore di Greenreport, intorno alle 20.30.

Il sito ospita anche la replica della biologa: “sono stata contattata, dopo ore che l’animale era nelle mani dei bagnanti. Cosa assurda perché la prima cosa da fare è isolare l’area in cui si trova il mammifero ed evitare qualunque tipo di contatto. Se l’animale è in difficoltà di galleggiamento, a turno una persona si può avvicinare per aiutarlo ma non era questo il caso. Abbiamo saputo -accusa la dottoressa Letizia Marsili- che il piccolo, in quanto era ancora in allattamento,

si voleva allontanare ma che veniva trattenuto! Non so per quale motivo non sia morto in pochi minuti di infarto!”.
“L’unica possibilità che poteva avere il piccolo di salvarsi -conclude la biologa- era quello di ritrovare la madre ma, a quello che abbiamo capito e da quello che sentivamo telefonicamente, tutt’altro stava avvenendo. Sappiamo che una persona ha fatto una “respirazione” bocca-sfiatatoio all’animale, il più grande paradosso che mi sia capitato di sentire in tanti anni.”

Xfi

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