«La nostra gelateria offre in media dai 20 ai 30 gusti di gelato al giorno. Se mi mettessi nei panni del cliente, rimarrei “incollato” alla vetrina per ore e ore in preda all’imbarazzo della scelta».
A pronunciare queste parole è , gestore della Pasticceria Gelateria Cerinotti di Luino e Maccagno, il quale vuole spezzare una lancia in difesa di tutti i gelatai d’Italia. Che sia cono o coppetta, con o senza panna, frappé o brioche imbottita per i più golosi, non fa differenza, il gelato d’estate è un must. A chi non è capitato, di entrare, o meglio provare ad entrare in una gelateria nel periodo estivo, senza dover “sgomitare” per accaparrarsi quei 10 centimetri di visuale sulla vetrina tanto agognati, nel tentativo di raggiungere con lo sguardo le vaschette esposte. Credo a nessuno.
Scelti i gusti, al cliente manca il penultimo passo: dirigersi verso la cassa, mettersi in coda, spesso chilometrica, e pagare la somma richiesta. Infine, come nei grandi concerti, tutti di fronte al bancone con le mani rivolte al cielo, sventolando lo scontrino più in alto di quello a fianco, per essere “pescati” prima degli altri dalla commessa. Qualcuno l’ha definito un percorso a ostacoli, e per evitare la più classica delle discussioni del “c’ero prima io”, diversi gestori hanno introdotto nei propri locali il numerino taglia coda. Tuttavia, una critica in particolare mossa alle gelaterie è sempre più ricorrente: perché si deve pagare prima di ottenere il bene di consumo?
A fare chiarezza è intervenuto per l’appunto il commerciante Cerinotti, che ha spiegato il motivo per cui si preferisce il pagamento anticipato: «Sono due le ragioni principali: innanzitutto per motivi logistici e organizzativi. Avere a che fare con decine di persone all’interno del locale non è mai di facile gestione, in tal modo si evitano inoltre possibili furti, che nella confusione troverebbero la loro arma migliore. Per quanto riguarda la logistica risulta più comodo, quantomeno per il flusso di gente, indirizzare i clienti verso la cassa in primis, e come ultimo step al bancone, prima di uscire e gustarsi in tranquillità il bene acquistato».
La difesa di Cerinotti però, ha ancora l’asso nella manica da giocare, carta che riguarda la questione legata all’igiene.
«La manipolazione dei prodotti alimentari può essere una delle cause delle contaminazioni microbiche. Prima di ogni servizio infatti, è doveroso seguire una determinata prassi per ridurre al minimo le cariche batteriche, sia per chi produce il gelato in laboratorio, sia per chi lo serve», conclude il commerciante luinese in riferimento alle rigide norme igienico-sanitarie dettate dall’HACCP, per prevenire pericoli di contaminazione alimentare, prassi che verrebbe messa a repentaglio nel caso si maneggiasse, tra un cono e un altro, il denaro dell’acquirente.
Prima il dovere o prima il piacere dunque, ad ogni modo, come sottolinea lo stesso Cerinotti, quello che dovrebbe prevalere è il buon senso, pertanto, prima di effettuare il pagamento, verificare che siano presenti i gusti che vogliamo sul nostro cono gelato.