Lo sfogo (radical chic) della giornalista Monica Colombo: «Ho paura delle ronde, non dei maranza»

La giornalista bustocca Monica Colombo critica duramente la strumentalizzazione politica della sicurezza dopo i fatti di piazza Garibaldi, esprimendo preoccupazione per l’annuncio di ronde e manifestazioni autoproclamate: «Se ognuno scende in piazza con il proprio esercito, rischiamo di trasformarci in un Far West».

BUSTO ARSIZIO – «Mi fa orrore questa strumentalizzazione politica della sicurezza, che dovrebbe essere un tema neutro, al di là delle ideologie». Così Monica Colombo, giornalista sportiva del Corriere della Sera e cittadina di Busto Arsizio, esprime la sua preoccupazione dopo le polemiche seguite agli scontri di piazza Garibaldi del 10 gennaio. Colombo critica l’annuncio del presidio organizzato da Checco Lattuada e l’idea di “ronde” autoproclamate per la difesa della città: «Se ognuno scende in piazza con il proprio esercito, non saremo più sicuri ma rischiamo di trasformarci in un Far West».

Sicurezza e politicizzazione

Per Colombo, la sicurezza dovrebbe essere un diritto universale garantito dalle forze dell’ordine, senza bandiere politiche: «Tutti vogliamo strade sicure e forze dell’ordine protette da rischi eccessivi. Ma legare la sicurezza a un colore politico è sbagliato e pericoloso». La giornalista esprime perplessità sul presidio convocato da Lattuada, soprattutto per le sigle estremiste che potrebbero essere coinvolte: «Non conosco Lattuada, ma se attira gruppi come CasaPound e Do.Ra., non mi sento protetta. Nessuno ha chiesto loro di scendere in piazza» (ma diritto di manifestare è sancito dalla Costituzione e non è appannaggio di una sola parte politica, ndr).

Il problema della “bolla social”

Colombo critica anche l’amplificazione dell’episodio di piazza Garibaldi sui social: «Tutto è nato da un grave episodio legato al caso Ramy, ma la pancia dei social ha ingigantito la questione, concentrandosi su una presunta insicurezza in centro e dimenticando il fattore scatenante». La giornalista invita a ridimensionare i toni: «Mi stupisce che le due manifestazioni siano state autorizzate, costringendo le forze dell’ordine a presidiare per evitare scontri. Non si sentiva il bisogno di richiamare attenzione sui fatti del 10 gennaio».

«Busto non è il Far West»

Colombo, che vive a Sacconago e lavora fino a tardi, racconta di non aver mai percepito un senso di insicurezza nella sua città: «Non nego che ci siano problemi, ma non trovo giusto strumentalizzarli politicamente. I maranza davanti al McDonald’s? È un problema sociale, non un’emergenza da affrontare con ronde». La giornalista conclude con un appello a lasciare la sicurezza nelle mani delle autorità competenti e ad abbassare i toni: «Serve una riflessione pacata, non azioni sopra le righe. Mi spiace che a Busto ci sia una grande maggioranza di persone che si disinteressano della cosa pubblica».