BUSTO ARSIZIO Dress Care Day, gli studenti imparano a fare acquisti consapevoli. Oggi pomeriggio sotto il tendone di “Busto Arsizio per il Made in Italy” si celebra una nuova tappa del percorso di Dress Care, l’iniziativa per il consumo consapevole di prodotti tessili lanciata da Lilt, Comune di Busto, Provincia di Bari e NewTex. Dopo la teoria, sui rischi dermatologici provocati da prodotti tessili non certificati in base alle norme europee, si passa alla pratica. E per un pomeriggio il tendone di piazza San Giovanni si trasforma in un outlet di abbigliamento, grazie ad una cinquantina di capi messi a disposizione dai negozi del Distretto del Commercio (Zeus, Marina Rinaldi e Liu-Jo) per consentire a due classi dell’Isis Newton e dell’istituto Olga Fiorini di effettuare una simulazione di acquisto.
Una quarantina gli studenti coinvolti, con le insegnanti Lucia Tonda (Newton) e Raffaella Maini (Fiorini): a partire da un budget di 300 euro dovevano scegliere quali capi acquistare in base alle informazioni contenute nelle etichette oltre che alle loro personali scelte di stile e di brand. «Gli studenti stanno recependo il messaggio» garantisce Gabriele Fossati, manager di NewTex. «Siamo alle fasi finali del progetto, ora restano le visite alle aziende tessili del territorio». “Dress Care” ha coinvolto finora otto istituti scolastici superiori della provincia di Varese, tra Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Varese. «È un’iniziativa che sta confermando ampiamente le aspettative» per il sindaco Gigi Farioli.
«È una battaglia che tocca le corde giuste – sottolinea Piero Sandroni, presidente di NewTex Distretto Tessile Innovazione, associazione di imprese tessili nata sull’onda del progetto Polo Texsport – in questa fase è l’unica strada seria a difesa del tessile di qualità, come dimostra il fatto che altre province, in primis quella di Prato, vorrebbero imitare il nostro progetto Dress Care. Si tratta però solo del primo passo, perché nel momento in cui i consumatori fossero consapevoli e i produttori del Far East decidessero di adeguare la loro produzione alle normative europee a tutela della salute, si aprirebbe una nuova fase per le nostre imprese, quella della necessità di realizzare prodotti più innovativi, evoluti e tecnologici rispetto a quelli dei nostri competitor orientali».
Andrea Aliverti
b.melazzini
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