– Ci sono buone probabilità che – varesino disperso dal primo febbraio – sia a Milano. La supposizione si basa su un avvistamento che mamma giudica molto attendibile. Un ragazzo di 26 anni, domenica scorsa, alle 6.45, si trovava con la fidanzata a Rozzano ed era diretto verso un bar per fare colazione. Mentre raggiungeva il locale, la coppia ha notato, in via Roma, un ragazzo con una mimetica e con un «cappello floscio»
che dormiva sotto la pensilina di una fermata di un autobus. Finita la colazione, i due ragazzi hanno ripercorso lo stesso tragitto. Il giovane che stava dormendo nel frattempo si era svegliato. Quando li ha visti, si è diretto verso di loro, domandando: «Potreste dirmi dove ci troviamo?». Il ragazzo di 26 anni ha risposto: «A Rozzano». Il giovane in mimetica, a quel punto, ha domandato: «Come devo fare per andare a Milano?». Il ragazzo ha risposto: «Devi prendere il tram perché oggi è domenica e i bus verso Milano non passano».
Chi era quel giovane? Paolo Rindi? Il suo volto è rimasto impresso nella mente del ragazzo di Rozzano che per parecchio tempo, tanto da non riuscire a pensare ad altro. «Mi ha detto che si è fatto prendere dal rimorso di non averlo aiutato – racconta mamma Fiammetta – Sulle prime la coppia aveva pensato di essersi imbattuta in un ragazzo che si era ubriacato sabato sera e che era rimasto in giro. Ma parlandoci aveva notato lo stato confusionario e i capelli unti, come di una persona che vive per la strada da giorni e giorni. Nello stesso tempo, la coppia era stata colpita dal modo di esprimersi educato di quel giovane in mimetica, tanto da dirmi che si capiva che non era un clochard». Il ragazzo di Rozzano è entrato in contatto con la famiglia Rindi attraverso la trasmissione Chi l’ha visto? che mercoledì sera ha trasmesso un appello. «Quando ha visto sul piccolo schermo la foto di Paolo, il ventiseienne ha capito subito che si trattava del ragazzo incontrato tre giorni prima – ricostruisce Fiammetta – Mi ha raccontato di non aver dormito tutta la notte al pensiero di non essergli stato di aiuto. Anche la fidanzata ha riconosciuto Paolo nelle foto che Chi l’ha visto? ha pubblicato sul sito. A me quel ragazzo è sembrato davvero sincero e desideroso di dare una mano. Sono portata a credere che sia davvero Paolo il giovane da lui incontrato».
A questo punto la ricerca si sposta su Milano. Sono stati allertate le forze dell’ordine (il ragazzo ha denunciato l’avvistamento ai carabinieri), la caritas, i City Angels, gli ospedali, tutte le realtà associative e istituzionali che potrebbero incrociare Paolo che vaga sulla strada. L’ipotesi è che il giovane sia in uno stato confusionale, forse innescato dalla solitudine in cui amava rifugiarsi. La mamma ribadisce: «Non lasciamolo solo». Paolo Rindi è uno studente di filosofia di 19 anni.Di lui si sono perse le tracce il 1 febbraio, quando il suo nome compare sul registro del rifugio di Pian Di Boit, in Val Grande. Lo studente si trovava li’ per un trekking in solitaria, intrapreso per comporre una poesia e ritemprarsi dopo aver preso un 28 in filosofia antica. Al momento della scomparsa, Paolo indossava giacca mimetica, maglione Patagonia colorato, cappello di lana verde tipo Rasta. Ha con sé i documenti di riconoscimento, ma non ha soldi. É partito con un libro di filosofia nello zaino e con le provviste necessarie per trascorrere qualche giorno sulle montagne. Chiunque vedesse un ragazzo che risponde a queste caratteristiche contatti subito le forze dell’ordine.