Locale rumoroso, 54 firme Il titolare: «Chiudo tutto»

«Noi vogliamo fare le cose secondo le regole. Altrimenti chiudiamo qui, la tabaccheria di via Manzoni e la ristorazione al centro commerciale». Mette sul piatto i 30 posti di lavoro delle sue società , titolare di Villa Cocca, locale aperto da questa primavera sulla spiaggia gaviratese.

Una realtà che ha fatto degli aperitivi musicali tra le 17 e le 22 la principale attrattiva, suscitando però le proteste dei residenti. In 54 hanno messo nero su bianco il loro disagio, chiedendo all’amministrazione comunale di intervenire per abbassare il volume degli altoparlanti.

E sono iniziati i controlli: «Prima l’Asl, poi i carabinieri, la polizia locale, la guardia di finanza», elenca Cocca. «Ben vengano i controlli», aggiunge, «ma dovremmo andare a verificare anche altre attività». Intanto, però, è la sua ad essere finita nel mirino delle autorità.

Finora l’unica irregolarità riscontrata riguarda la piscina realizzata all’interno del cortile. Problemi legati alla vicinanza al bancone del bar, all’assenza di una doccia e anche ai parametri di cloro e ph hanno portato il Comune ad emettere un’ordinanza di chiusura della vasca. «Abbiamo effettuato i lavori che ci hanno richiesto, martedì abbiamo presentato le carte».

In attesa di una risposta dal municipio, proprio l’altro giorno i vigili sono venuti a scattare delle foto all’impianto. Il titolare lamenta quello che vive come un accanimento nei suoi confronti. «Non penso che un’attività che organizza un’happy hour la domenica in piscina possa dare tutto questo fastidio a chi abita a 2 chilometri di distanza».

E ribadisce di essere pronto, come forma di protesta, a «chiudere tutte le attività che ho a Gavirate». Appunto Villa Cocca, una tabaccheria e un ristorante. Realtà che danno lavoro a 30 persone.

«L’amministrazione comunale deve tutelare le esigenze di tutti», ribatte il sindaco di Gavirate, «non la si può mettere sotto ricatto né con una raccolta di firme, né con minacciando licenziamenti». Le pressioni che arrivano da una parte e dell’altra «non ci fanno né caldo, né freddo». Rispetto all’ordinanza di chiusura della piscina, al momento unico elemento concreto della vicenda, «gli uffici stanno istruendo le pratiche, si tratta di cose riservate». Anche perché la petizione ha coinvolto «enti superiori al nostro. Le verifiche sulla rumorosità saranno effettuate dall’Arpa, che ovviamente non dirà quando interverrà».

La questione è quindi tutt’altro che chiusa, anche se un punto fermo Paronelli lo mette: «Le manifestazioni muscolari, in un senso o nell’altro, non giovano a nessuno. Da parte nostra c’è massima attenzione e disponibilità, ma non vogliamo prendere decisioni affrettate».

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