Sembrano novità di contorno al campionato di serie A cominciato ieri con gli anticipi di Juve-Cagliari e Verona-Napoli, ma l’abolizione progressiva della tessera del tifoso e l’introduzione del Var sono funzionali al successo della massima serie ed esclusivamente la prima anche per le altre due serie professionistiche(serie B e C) che cominceranno il loro cammino la prossima settimana.
Giusto dopo otto anni è stata mandata in soffitta la tessera del tifoso tramite un accordo fra istituzioni pubbliche, Coni e Figc. Introdotto nell’agosto del 2009 con lo scopo di identificare i tifosi nonché come deterrente al dilagare della violenza negli stadi, il provvedimento del ministro Maroni ha finito per penalizzare più i tifosi benpensanti, le famiglie anche se sul fronte del contrasto ai violenti sono stati fatti grossi passi avanti. Il tifoso, non quello ultrà, col tempo si è però allontanato dallo stadio e non è da escludere che il basso tasso di capienza degli impianti calcistici italiani, sia dipeso anche dalle difficoltà di accesso.
Da quest’anno il tifoso che vorrà sottoscrivere l’abbonamento alla propria squadra non ha l’obbligo di presentare la tessera del tifoso. Decide alla domenica mattina di andare in trasferta per seguire la propria squadra? Bene. Può mettersi in macchina, presentarsi ai botteghini dello stadio ed acquistare il biglietto anche un minuto prima del fischio d’inizio. Rimane sempre l’obbligo di fornire un documento d’identità per la nominatività del tagliando.
Ci vorranno tre anni per la totale abolizione trasformandosi, la tessera, in una fidelity card. In uno strumento in cui magari caricare dei punti o avere sconti per l’acquisto di prodotti della propria squadra. Ha ancora validità per le partite che l’Osservatorio del Ministero dell’Interno riterrà a rischio. E, le stesse società, potranno revocare l’abbonamento ai tifosi non graditi.
Tornano i tamburi ed i megafoni(mano male) nel rispetto della normativa che riguarda l’esposizione degli striscioni. E si spera che possano tornare le famiglie, i ragazzi, i bambini così che lo stadio diventi sempre più un luogo d’incontro e di passione, nella speranza(ahimè ancora lontana) che gli impianti diventino anche moderni ed accoglienti.
E quest’anno ci saranno altri occhi in ogni stadio della serie A. Arriva il Var(Video Assistant Referee). Due arbitri avranno una loro location allo stadio e saranno davanti a dei video per assistere il direttore di gara in tre casi ben specifici: gol, rigore (ieri il primo caso di specie in Juve-Cagliari) ed espulsione. L’arbitro che è davanti al video richiama l’attenzione del direttore di gara e gli suggerisce la dinamica dell’azione. Se, per ipotesi, ha fischiato un calcio di rigore ed il fallo è avvenuto fuori dall’area, interviene il Var e indica appunto all’arbitro di modificare la decisione. Lo stesso può chiedere la verifica delle immagini consultando un video a bordo campo ed a lui spetta comunque l’ultima parola.
Il tutto deve essere deciso in pochi secondi anche se la “sosta forzata” verrà recuperata visto che il cronometro non si ferma durante le partite di calcio. Come dice Rolando Maran nell’intervista di Giovanni Toia, si tratterà di trovare in fretta un punto di equilibrio tra osta e decisione.
Se al termine della stagione il Var dovesse aver prodotto risultati, ovvero abbassato notevolmente le ingiustizie, la Ifab, l’ente che modifica le regole del calcio, potrebbe decidere di istituzionalizzarlo facendolo debuttare ai mondiali in Russia il prossimo anno.