Il “sogno” svizzero di annettersi la Lombardia piace ai varesini. In un lungo e dettagliato studio pubblicato quattro giorni fa dalla NZZ (Neue Zürcher Zeitung), il principale quotidiano svizzero, sui propositi di allargamento territoriale del Paese rossocrociato, si ipotizzava al grido di Make Switzerland Great Again, si ipotizza (e con estremo favore) l’annessione della Lombardia ai territori d’oltreconfine entro il 2050. Abbiamo chiesto ai varesini cosa ne pensano e la prima risposta è stata: «Quando? Facciamo un Referendum? Perché
aspettare più di trent’anni. Facciamolo subito. Facciamolo adesso». La Svizzera piace e anche molto per svariate ragioni: «meno tasse, servizi migliori, maggiore sicurezza, migliore qualità della vita». Anche se qualche voce fuori dal coro c’è: «perché rinunciare ad essere italiani? Non serve essere annessi ai vicini svizzeri, tristi sotto alcuni aspetti. Basterebbe rendere la nostra Lombardia una regione autonoma». L’ipotesi, plausibile o meno, piace senza limiti di età. Piace ai giovani, come spiega Sveva Calandrino, che lavora a Varese ma ha un’esperienza diretta di cosa significa avere un’attività in Svizzera. «Mia madre ha un’attività anche oltreconfine – spiega la ragazza – è tutto completamente diverso. La pressione fiscale è più leggera, ma soprattutto quando versi le tasse ti vengono restituiti servizi che funzionano. Strade in ottime condizioni, trasporti puntuali, infrastrutture. E la burocrazia è un centesimo di quella italiana. Qui per avviare un’attività commerciale ti ci vogliono sei mesi spesi ad inseguire permessi, carte bollate, certificazioni, autocertificazioni. Tempo e costi che di certo non aiutano chi ha voglia di lavorare. In Svizzera permessi e certificazioni sono ridotti all’essenziale. A ciò che davvero serve. In compenso ti controllano. Seriamente. E se non sei in regola ne paghi le conseguenze». Di qualità della vita migliore parla Dante D’Andrea: «è chiaro che il paradiso non esiste da nessuna parte. Ma se posso contare su servizi per i cittadini che funzionano e su un modo di essere cittadini più consapevole del nostro allora dico di sì. Sono freddi? Sono quadrati? Sono poco ospitali? Sì, è vero. In compenso, però, seguono le regole. Sono i cittadini i primi a farlo e la vita funziona meglio per tutti». D’Andrea aggiunge: «forse per questo l’annessione non basterebbe. Dobbiamo cambiare la nostra testa. Il nostro modo di pensare. Ma l’annessione potrebbe aiutare anche in questo senso». E su questo punto interviene Sergio Rizzi, Taxi Varese numero 5. Tassista, appunto. «Noi ci battiamo contro gli abusivi ogni giorno. Cerchiamo di difendere la nostra professionalità e il nostro lavoro. Per avere una licenza io investo del denaro. Faccio tutto in regola. Poi arrivano gli abusivi che mi fanno concorrenza sleale – spiega Rizzi – posso garantire che in Svizzera questa situazione non c’è. Perché i controlli ci sono e sono severi e gli abusivi durerebbero due ore. E verrebbero puniti in modo da far loro passare la voglia. In Italia al massimo un buffetto. Forse. Lì rispetti le regole o te le fanno rispettare. E in questo l’annessione migliorerebbe anche la sicurezza di tutti noi». Chiude la sola voce fuori dal coro. Quella di Giulio Moroni.
«Non serve l’annessione alla Svizzera. Non serve il non essere più italiani – dice – basterebbe garantire autonomia alla Lombardia. Autonomia economica, potere di legiferare su determinati temi, come quello sull’immigrazione o sulla sicurezza. Non serve diventare svizzeri. Basterebbe semplicemente poter essere lombardi in piena autonomia».