LEGNANO – C’è un settimo nome, una settima persona sottoposta a fermo, per l’omicidio di Fabio Ravasio, ciclista di 52 anni, l’uomo che lo scorso 9 agosto è stato travolto e ucciso a Parabiago, nel Milanese, da un’auto che si è poi data alla fuga, mentre era a bordo della sua mountain bike. Inizialmente si era pensato a un incidente, ma poi dalle indagini è emerso che in realtà il “pirata della strada” conosceva la vittima.
È un 40enne di Parabiago, un meccanico. Nei giorni scorsi la gip presso il Tribunale di Busto Arsizio Anna Giorgetti ha convalidato l’arresto della moglie di Ravasio, parlando di un “omicidio brutale, freddo, calcolato con crudeltà”.
“Apparentemente nessuno di questa accolita di cinque soggetti che gravita intorno ad Adilma Pereira Carneiro – ha scritto nel provvedimento – ha un solo attimo di resipiscenza”. Secondo la Gip, la Carneiro avrebbe proposto il piano ai suoi complici e loro hanno accettato, in cambio della promessa di un appartamento in un fabbricato da ristrutturare.