«Il buco di bilancio in Provincia? Per molti ma non per tutti». Il consigliere provinciale della Lega Nord torna all’attacco dell’amministrazione guidata da, rivolgendo il proprio affondo proprio sul tema che da sempre divide maggioranza e opposizione, i conti dell’ente di Villa Recalcati.
«Se il buco di bilancio c’è – la sintesi di Longhin, che con la Lega ha sempre negato che l’amministrazione di avesse lasciato un disavanzo – ci deve essere per tutti, se per i dipendenti anche per i dirigenti, se per i consiglieri provinciali anche per i funzionari di partito». Longhin infatti ha protocollato tre interrogazioni che vanno a fare le pulci proprio sulla gestione delle risorse di bilancio da parte dell’amministrazione Vincenzi.
Nel mirino in primis «l’appalto esterno relativo alla partita più onerosa a carico della Provincia: quella per il riscaldamento delle scuole». L’esponente del Carroccio stigmatizza tempi e costi del contratto, giudicandone «tardivo e inspiegabilmente oneroso» il rinnovo, «avvenuto a scadenza già abbondantemente trascorsa», e si chiede «come mai l’amministrazione abbia privilegiato un ingegnere di Trieste invece di valorizzare le professionalità già presenti a Villa Recalcati».
Longhin, nella sua interrogazione, definisce illegittima la determinazione dirigenziale assunta dalla Provincia e chiede che «il Presidente disponga l’immediata revoca dell’atto convocando immediatamente la competente Commissione Affari Generali e Bilancio per le proprie valutazioni e determinazioni in merito».
Altro tema su cui il leghista denuncia il «non coinvolgimento dei consiglieri, visto che commissioni e consiglio vengono regolarmente scavalcati», è quello del personale di Villa Recalcati: «I lavoratori della Provincia sono sul piede di guerra da oltre due anni» sottolinea Longhin, alla vigilia della conferenza dei capigruppo del 14 settembre, che sarà dedicata espressamente ai lavoratori della Provincia.
Infine, c’è il caso dell’assistente del presidente , anch’esso oggetto di interrogazione. «Prima di tutto – fa notare l’esponente del Carroccio – la legge prevede che questo tipo di figura potesse entrare in organico solo a titolo gratuito, mentre la dottoressa Cao percepisce un compenso. Secondo, pur non mettendo in discussione le capacità della persona, mi chiedo in che misura il suo ruolo sia legato a una reale esigenza dell’ente e se non si tratti invece di una nomina squisitamente politica».