Ginevra, 21 mag. (Ap) – Le Nazioni Unite hanno rinnovato il loro appello alle autorità dello Sri Lanka per avere accesso alle zone del nord dell’isola dove si teme che siano bloccati in condizioni di emergenza decine di migliaia di profughi presi fra due fuochi nella guerra fra esercito governativo e Tigri Tamil, terminata pochi giorni fa con la sconfitta di questi ultimi.
La portavoce Onu Elena Ponomareva ha riferito che il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiesto un “accesso totale e senza impedimenti” ai civili in difficoltà, che si teme siano quasi 300.000. La portavoce umanitaria Elisabeth Byrs ha affermato che le Nazioni Unite o la Croce Rossa dovrebbe poter accedere alla zona almeno per evacuare i feriti. Il governo di Colombo, invece, secondo quanto reso noto dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), ha costretto l’organizzazione umanitaria a sospendere la sua attività, l’unica consentita finora nella zona.
Nel frattempo, l’Onu ha diffuso nuove stime sulle vittime della guerra: “Stimiamo fra 80.000 e 100.000 il numero di persone che hanno perso la vita in 27 anni” di guerra civile”, ha detto Byrs in conferenza stampa. Le stime finora disponibili erano di 70.000 vittime.
L’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Unchr) ha dichiarato che “circa 80.000 persone hanno lasciato l’antica zona del conflitto negli ultimi tre giorni”, il che porta il numero totale delle persone “che sono fuggite dalla guerra negli ultimi mesi a 280.000”. “I civili che escono dalla zona del conflitto sono malati, affamati e soffrono severa malnutrizione e disidratazione”, ha spiegato il portavoce dell’Unchr, Ron Redmond, “è urgente che gli aiuti arrivino a quei campi”.
Ape
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