Guardando il profilo Facebook di , 15 anni, morto ieri nel drammatico incidente stradale avvenuto in via Marconi ti soffermi sui capelli. Pensi che sia un ragazzo originale. Poi ti accorgi che ha chiamato Zelda una piccola iguana. Zelda come la moglie di Francis Scott Key Fitzgerald e ti sorprendi. Quindi alzi il telefono e chiami l’assessore di Cocquio, il paese di Lorenzo, e capisci che Lorenzo era molto di più. Un’anima capace di evolvere senza mai tradire le sue radici. Un puro che cambia ma non dimentica se stesso. I propri principi.
Un aspirante artista, studente al Liceo Frattini di Varese (dove tra l’altro lavora il papà di Giada Molinaro, la ragazza travolta e uccisa da un pirata della strada a Varese la scorsa settimana ndr). Che faceva l’educatore, apprezzatissimo, all’oratorio della parrocchia di Sant’Andrea di Cocquio Trevisago. Mamma Anita, papà Carlo, volontario della Croce Rossa, Sarah, la sorella maggiore. Lorenzo è rimasto sempre se stesso, senza atteggiarsi, senza nascondersi dietro una maschera. «Lorenzo – spiega Moretti senza nascondere la voce rotta dal pianto –
era un ragazzo splendido. Timido, ma dolcissimo. Sì, si era messo a disposizione della comunità come educatore, o animatore, nel suo oratorio. Era diventato un punto di riferimento per tantissimi ragazzi». Perché? Perché Lorenzo, 15 anni, aspirante artista, originale e colto, non aveva mai dimenticato la cosa più importante: gli altri. «Ecco – dice Moretti – Lorenzo era quel tipo di quindicenne che non dimenticava i più piccoli. Se c’era un ragazzo più piccolo, più timido, Lorenzo lo teneva più vicino. Aveva questa sensibilità. Chi era più esposto, chi magari rischiava di diventare oggetto di scherzi come si fa tra ragazzi, che qualche volta possono ferire, aveva Lorenzo». Lorenzo con il suo carisma. «Lorenzo che sapeva vedere le persone davvero» aggiunge Moretti.