Nove giorni dopo il ritrovamento del piccolo Loris Andrea Stival nel fosso di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina, è arrivato il momento della verità per Veronica Panarello. La Procura di Ragusa rompe gli indugi e convoca la madre del bambino per interrogarla di nuovo e chiarire una volta per tutte cosa accadde la mattina di sabato 29 novembre.
«Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all’ultimo cerchio» aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia.
Nelle ultime 48 ore si è lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto va a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri. E non sono pochi i punti che il procuratore e il sostituto Marco Rota vogliono chiarire. Mezze verità, buchi e contraddizioni che la donna dovrà ora spiegare. Perché, ad esempio, Veronica ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l’auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non «vedono» la Polo nera passare nell’orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nell’appartamento di via Garibaldi? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha «perso» nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio?
Per avere le risposte, polizia e carabinieri si sono presentati a casa della donna poco dopo le 17 di ieri, tra una selva di telecamere e curiosi. Veronica, con un giaccone blu e un cappuccio che le copriva interamente il volto, è salita su una delle tre auto. Anche questa volta, a sostenerla, c’era il marito Davide che l’ha accompagnata in Procura e che è stato sentito anche lui. «Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere…» ha detto agli investigatori durante l’interrogatorio.
Ma chi è davvero Veronica? La «mamma speciale» di cui parla il marito Davide, un papà con lo sguardo perso, schiacciato da un peso e da una storia più grandi di lui. Oppure la «forestiera», come con cattiveria tutta femminile alcune donne del paese la bollano prima ancora di sapere come andrà a finire.
Certo la vita di Veronica non è stata facile. Il vero padre scoperto a 14 anni, un rapporto burrascoso con una madre che mette al mondo cinque figli con tre uomini diversi, la voglia di morire che spunta prepotente per ben due volte nella mente ancora adolescente, un figlio arrivato forse troppo presto, quando le ragazze della sua età vanno ancora a scuola e pensano solo a come divertirsi il giorno dopo. «Io non ho fatto niente di male, non ho nulla da nascondere. Sono innocente. Là fuori c’è chi ha ucciso mio figlio. Lo cercassero» ha urlato Veronica come un disco rotto a chi in questi giorni le è stato vicino. Eppure il suo racconto fa acqua da tutte le parti.
«È instabile» dicono, ha «problemi psicologici seri». L’ipotesi di chi indaga è che abbia rimosso tutto. Succede, spiegano gli esperti; è già successo. «Rivoglio il mio bambino» è stata la sua richiesta pressante di questi giorni.
Veronica l’ha capito ancora adolescente, quante sorprese amare può riservarti la vita. Quanto diverse da quel che appaiono possono esser le persone, anche quelle che credi più vicine. Ed è forse per questo che, non ancora 14enne, tentò di togliersi la vita bevendo della candeggina. A Grammichele, dove era tornata dopo aver passato l’infanzia in Liguria per via del lavoro del padre.
«Era solare e bella» ricordava nei giorni scorsi una sua ex compagna di classe. «Ma questo non vuol dire niente – aggiungeva – poi le persone cambiano». Già, si cambia. A Veronica il cambiamento arriva in faccia come una raffica di vento gelata: l’uomo che per 14 anni ha considerato suo padre, in realtà non è il padre naturale. Che è invece un uomo con cui la madre ha avuto una relazione occasionale. Veronica cerca il padre naturale: ma quando lo trova lui non si rivela esattamente quel nido d’affetto che forse la ragazza sperava di trovare. La famiglia però non si divide e arriva a Santa Croce Camerina. Vanno a vivere in campagna. È in questo momento che nella sua vita appare Davide, quel ragazzino con le spalle un po’ curve e le orecchie grandi che oggi è il suo compagno.
A 17 anni Veronica rimane incinta. Loris nasce nel 2006, dopo è arrivato anche il più piccolino che ora ha 3 anni. Veronica e Davide smettono di essere ragazzini e diventano grandi, loro malgrado. I rapporti tra le due famiglie non sono semplicissimi. «Questa non è la famiglia del Mulino Bianco» ha detto giorni una zia, dando ai cronisti il titolo perfetto.
La ragazza è spesso sola: il suo compagno guida il camion e quasi sempre è via da casa. E sola era anche sabato scorso, quando è rimasta in casa con Loris per 36 minuti.