Domenica il sindaco, la giunta e solo i consiglieri di maggioranza parteciperanno ad un incontro dal titolo: “Stiamo cambiando Varese davvero!”. Al di là della scelta, a mio avviso sbagliata, nell’aver messo nel titolo il punto esclamativo al posto del più opportuno e umile punto di domanda, mi sento, da moderato quale sono, di rispettare le scelte strategiche altrui, ma mi permetto di non condividerle, sottolineando la differenza di indirizzo politico tra la maggioranza e la minoranza e in modo particolare il partito che rappresento a livello cittadino dal 25 ottobre 2015.
La prima, con in testa il sindaco , decide di autocelebrarsi per un’intera domenica, in una sala comunale, a porte chiuse, senza i cittadini, senza i consiglieri di minoranza e senza la stampa, quindi senza confronto, senza contraddittorio e senza alcuna forma di autocritica. Una sorta di festa privata o di meeting aziendale in un palazzo comunale, quindi pagato dai cittadini, nel quale parlano tutti i “capi area”, i “collaboratori” e le “maestranze” e il capo ascolta e interviene per dare loro la carica e per fare la sintesi e allo stesso tempo dimostra chi comanda, quasi a voler serrare le fila e a voler dare un senso a scelte politiche e amministrative che di certo oggi un senso non hanno, anche se si vogliono e ci vogliono convincere del contrario.
La domanda chiave è: perché non aprire l’incontro alla città? Proprio per fare il punto della situazione con i cittadini, gli unici destinatari dei provvedimenti e delle iniziative di cui si vogliono tessere le lodi. Perché non aprire l’incontro alle minoranze per realizzare il tanto auspicato dialogo e confronto costruttivo anche in un contesto extraconsiliare? È chiaro che lo scopo non è quello di dialogare con i cittadini, e tantomeno con le minoranze, a cui si chiede di essere propositive e costruttive solo quando fa comodo, ma è quello di incentivare la truppa, anche in prospettiva delle prossime elezioni regionale e nazionali, cercando di sanare i buchi interni e di calmare chi in maggioranza ancora oggi scalcia o scalpita, quasi a voler rinsaldare un matrimonio in crisi e il luogo è proprio la sala matrimoni del comune di Varese.
Tuttavia il risultato sarà un clamoroso boomerang: come si può condividere e pubblicizzare un incontro simile, mentre i residenti di via Val Lagarina e di via del Bacino, due tra mille possibili esempi, aspettano da più di un anno che qualche assessore vada a fare loro visita?. Di contro, mentre gli assessori si abbracciano e si congratulano tra loro per un’intera domenica, Forza Italia e tutte le forze di centrodestra hanno organizzato, lo scorso 21 ottobre, una manifestazione in piazza, aprendosi alla città e mentre la maggioranza discuteva dei numeri dei partecipanti, dimenticando che la democrazia è un valore e non un numero, noi abbiamo dato la parola ai cittadini. E vorrei far notare che proprio in quell’occasione l’Onorevole e il Consigliere hanno deciso spontaneamente di non intervenire per dare più spazio ai cittadini.
Questa è apertura alla città, questa è democrazia! Quindi mentre il sindaco fa incontri a porte chiuse, la politica di Forza Italia, ma direi di tutti i gruppi politici e civici che si collocano nel centrodestra, riparte proprio dai cittadini. A loro Forza Italia e tutto il centrodestra darà sempre la parola e non li lascerà mai fuori dalla porta.