L’orto di famiglia che fa gola al rione

Venticinque anni fa Matteo Tommasini aveva aperto un’azienda florovivaistica. Poi la grande svolta

– Frutta e verdura biologici e a chilometro zero. A produrli, a furor di popolo, è , dell’omonima azienda agricola di via Vetta d’Italia. Un’attività nata venticinque anni fa, quando Matteo ha comprato cascina Genolini (allora in stato di abbandono) e il terreno di 26mila metri quadri che la circonda.
«L’idea originale era quella di lavorare come florovivaista – racconta Matteo – Ma da due anni è ormai ufficiale la conversione ad azienda orticola.

Era ciò che la gente ci chiedeva di fare».
La conversione è avvenuta gradualmente, quasi con naturalezza, senza un vero e proprio strappo. Sì perché Matteo la passione per la terra ce l’ha da sempre e la coltivata con i suoi studi che lo hanno portato a frequentare i primi due anni di Agraria in Svizzera, gli ultimi tre a Minoprio e infine la specializzazione in Inghilterra.
«All’inizio abbiamo creato qui un vivaio e ristrutturato la cascina in maniera da offrire un servizio agrituristico, anche se solo per quanto riguarda l’affitto delle camere – racconta Matteo – ma con il passare del tempo e il moltiplicarsi di adempimenti burocratici e di costi mandare avanti questa attività è diventato sempre più difficile».
Per contro la produzione di frutta e verdura, pensata inizialmente per esigenze familiari, ha cominciato a riscuotere sempre maggiore successo anche tra amici e vicini di casa, che hanno fatto partire un passa parola contagioso. Tanto che le persone arrivano qui da sole per acquistare frutta e verdura per la casa. Ci sono anche un paio di ristoratori.
«E per ora va bene così, non abbiamo bisogno né di farci pubblicità, né di fare mercati».

Così, gradualmente, la superficie coltivata ad orto si è allargata fino a superare oggi i seimila metri quadri, mentre il frutteto occupa quasi tutta la scarpata. Ai fiori è rimasto il viale di ingresso e il cortile della casa, ricco di varietà, colori e profumi che lo rendono un luogo accogliente, carico di pace e serenità, nel silenzio di una delle zone verdi più suggestive della città. «Il terreno è in pendenza, sconnesso, quindi facciamo quasi tutto a mano», racconta con orgoglio Matteo. Per tenere pulita la scarpata c’è una coppia di asini che gironzola in libertà assieme a un paio di cani, mentre le galline sono di norma nel pollaio, accanto alla zona coltivata ad orto. «Ci occupiamo essenzialmente di ortaggi, frutta e verdura di stagione, senza usare pesticidi», racconta Matteo spiegando che le serre rimaste servono a far germogliare nuove piantine, partendo direttamente dai semi. In questo periodo si possono trovare insalate, pomodori, peperoni, diverse varietà di zucchine, cetrioli fagiolini e poi tanti aromi e tanta frutta. «Dalla settimana prossima partirà anche la stagione dei legumi», anticipa Matteo che quest’anno ha ampliato ad esempio la produzione di fagioli lamon, tradizionali della zona di Belluno (terra in cui è nato suo padre).

Altra particolarità, questa volta in omaggio a nuove tendenze in arrivo dall’Est più che alla tradizione, è la presenza di piante di goji, le cui bacche, simili ai mirtilli vengono fatte seccare e utilizzate soprattutto per i loro effetti positivi sui diabetici e le proprietà antitumorali. E per la prossima stagione invernale arriveranno anche il cavolo viola e il sedano rapa.