E’ considerata la svolta nella lotta alle mafie, al crimine organizzato ed alla sua potenza economica. La legge Rognoni La Torre, compie 42 anni. Il 13 settembre 1982 entrò in vigore la Legge n. 646, nota come “Rognoni-La Torre”, che per la prima volta, introdusse nel Codice penale italiano il reato di “associazione a delinquere di stampo mafioso”.
La legge è il fulcro della lotta alla criminalità organizzata perché introduce, oltre allo specifico reato e alle aggravanti rispetto alla precedente “associazione per delinquere” nella quale rientravano anche i reati di mafia, l’idea concreta dell’azione sul versante economico-finanziario. Colpire i capitali illeciti anche quando sono reinvestiti nel circuito legale.
La legge apre le porte alle indagini patrimoniali, per individuare i canali utilizzati dalle organizzazioni criminali per investire i proventi delle attività illecite in vari settori economici entrando nei circuiti legali .
La lotta diventa quindi alla criminalità organizzata che tra gli anni ’70 e ’80, ha fatto il “salto”, divenendo una mafia imprenditoriale che diventa ancor più pericolosa, perché capace di infiltrarsi nel tessuto sano della società, della politica della finanza e dell’impresa. La grande innovazione e la grande intuizione che sta alla base della legge, è che per rispondere ad una mafia sempre più infiltrata nella società, bisogna individuare e colpire la grande ricchezza che questa è in grado di produrre attraverso il crimine. Il legislatore introduce nel codice penale l’articolo 416 bis, definendo l’associazione di tipo mafioso.