La violenza contro le donne è un male che non abbiamo ancora estirpato. Forse non lo estirperemo mai. Se secoli di società patriarcale fondata sul maschilismo e sull’uomo-possessore della donna-oggetto continuano ad essere parte della subcultura maschile italiana, le armi per combattere tutto questo non saranno mai abbastanza. Quello che possiamo fare noi giornalisti è non fermarci, non smettere mai di scrivere di questo tema, anche a costo di sembrare ripetitivi.
Abbiamo affrontato più volte, sulle pagine del nostro giornale, il delicato tema della violenza contro le donne.
Continueremo a farlo. Perché il compito di chi sceglie come mestiere quello di scrivere è doppio: fornire la cronaca di quello di accade, ma anche esprimere opinioni. Prendere posizioni. Compito a volte non facile, per la delicatezza di certi temi. Ma l’importante è andare avanti. Perché se nella nostra civiltà c’è ancora chi ritiene “giusto” alzare le mani su una donna, il nostro compito è quello combattere questa mentalità. Anche e soprattutto quando rimane nascosta dietro l’apparente tranquillità borghese. La violenza spesso è anche dove non te lo aspetteresti. Ed è per questo che non abbasseremo mai, ma proprio mai, la guardia.