L’uccisione dell’Orsa Amarena, chiuse le indagini, la Lega Antivivisezione: “Saremo parte civile”

L'orsa è stata uccisa a fucilate nella notte del 31 agosto 2023 appena fuori dai confini del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (foto dalla nota stampa)

L’AQUILA – Le indagini sull’uccisione dell’orsa Amarena, simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), sono state ufficialmente chiuse dopo circa 10 mesi dal fatto. L’orsa è stata uccisa a fucilate nella notte del 31 agosto 2023 nel territorio del Comune di San Benedetto dei Marsi (AQ), fuori dai confini del Parco.

Il responsabile è il cittadino italiano Andrea Leombruni, che si era autodenunciato dichiarando di aver sparato all’orsa all’interno del cortile della sua abitazione, dove l’animale con i suoi due cuccioli era probabilmente entrato alla ricerca di cibo. Leombruni è stato accusato e indagato dei reati di uccisione di animali aggravata da crudeltà e spari pericolosi.

“Ci aspettiamo giustizia”

Gian Marco Prampolini, presidente LEAL, sottolinea: “Adesso che sono concluse le indagini, ci aspettiamo che per l’orsa Amarena e i suoi cuccioli, che tanto hanno patito la mancanza della madre, ci sia finalmente giustizia”.

“Ricordiamo che la perizia medico-legale aveva stabilito che al momento dello sparo l’orsa non era pericolosa e apprendiamo oggi dalle agenzie che il pm Cerrato conferma che la perizia balistica stabilisce che l’indagato abbia sparato per uccidere. LEAL si augura che per questo reato così grave possa venire applicata una pena detentiva. La nostra associazione ha già dato mandato ai propri legali per costituirci parte civile”.