Luino, bufera sull’Anpi poco democratica: «Ti prenderei a sberle» a uno studente di destra. E’ polemica

Scontro dopo un incontro sulla resistenza a Palazzo Verbania: intervengono Pellicini e Caruso, De Tomasi non arretra. Dopo 80 anni non è ancora finita la guerra civile.

Sta facendo discutere quanto accaduto a Luino, durante un convegno sulla resistenza tenutosi a Palazzo Verbania, dove il presidente dell’Anpi provinciale di Varese, Ester De Tomasi, si sarebbe rivolta a uno studente di Gioventù Nazionale con la frase: «Ti prenderei a sberle». Parole che hanno sollevato immediate reazioni, soprattutto da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il deputato luinese Andrea Pellicini e l’assessore regionale Francesca Caruso.

Le reazioni della politica

Il primo a esprimersi è stato Andrea Pellicini, che ha definito l’episodio «di gravità assoluta», auspicando le dimissioni di De Tomasi:

«Mi auguro che la presidente dell’Anpi ne tragga le conclusioni. Lo studente aveva soltanto detto che ci sono state diverse Resistenze, tra cui quella comunista che voleva sostituire una dittatura con un’altra. Presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione».

Sulla stessa linea anche Francesca Caruso, che ha parlato di “minaccia” e “atto intimidatorio”:

«È vergognoso che un rappresentante dell’Anpi, paladina di libertà e democrazia, si rivolga in questo modo a uno studente solo perché ha espresso un’opinione diversa. È stato un attacco ideologico in un contesto educativo, il silenzio del centrosinistra è assordante».

La replica di De Tomasi

Dall’altra parte, Ester De Tomasi non solo non ha ritrattato, ma ha rilanciato:

«È successo alla fine del convegno, quando il ragazzo – consigliere comunale di Fratelli d’Italia – ha preteso di parlare. È salito sulla pedana dicendo “ho il diritto di parlare” in modo arrogante e fuori luogo. È stato un comportamento da squadrista».

Secondo il presidente dell’Anpi, il convegno era terminato e non era previsto alcun dibattito. A suo dire, lo studente avrebbe agito con intento provocatorio:

«È stata una provocazione concertata. Se mi attaccano nell’80esimo della Liberazione, sono felice: vuol dire che le mie idee danno fastidio».

Infine, sulla frase contestata ha ribadito:

«No, non è stata una frase infelice. Un cittadino qualunque, finito il convegno, ha il diritto di esprimersi davanti a chi rappresenta ideologicamente chi ha voluto camere a gas e forni crematori».

Un episodio destinato a far discutere

L’episodio continua a generare reazioni politiche e istituzionali. Da una parte chi accusa l’Anpi di aver tradito lo spirito del confronto democratico, dall’altra chi difende la fermezza delle parole in nome dell’antifascismo. Sullo sfondo, una commemorazione del 25 aprile che, anziché unire, ha aperto un nuovo fronte di polemica. A ben 80 anni dalla fine della Guerra, questa Nazione non ha ancora fatto pace con se stessa.